In cosa consiste la pratica dell’Italian Sounding e come essa può essere dannosa e deleteria per i prodotti autentici italiani.
Con il termine Italian Sounding si fa riferimento a quel tipo di pratica che fa uso di nomi e marchi tipicamente nostrani, al fine di promuovere prodotti, realizzati all’estero, che non hanno nulla a che vedere con il nostro Paese. Ci si ritrova, di fronte, ad una pratica commerciale scorretta, che può provocare confusione tra i consumatori e danneggiare l’esportazione dei prodotti italiani nel mondo.
Italian Sounding: in cosa consiste
La pratica che imita i prodotti agroalimentari italiani viene definita Italian Sounding. Diverse aziende, infatti, attuano quella che è, a tutti gli effetti, una commercializzazione fraudolenta, spacciando i propri prodotti per cibi tipicamente italiani.
A tal scopo, infatti, utilizzano colori, nomi, immagini che ricordano l’Italia, per sfruttare la forza del settore agroalimentare del Belpaese ed, incrementare, così, le vendite.
Un esempio pratico, in tal senso, è Parmesan, al quale seguono Zottarella, l’imitazione tedesca della mozzarella nostrana, nonché Salsa Pomarola.
Il falso alimentare, attualmente sul mercato, secondo quanto riportano Filiera Italiana e Coldiretti avrebbe superato i 100 miliardi negli ultimi 10 anni.
Dati che fanno capire quanto i prodotti che richiamano, solo con il nome, quelli italiani hanno ottenuto successo sul mercato internazionale, tanto da superare del doppio le vendite del made in Italy, quello vero.
Tirando le somme, dunque, nel mondo sono venduti due prodotti agroalimentari italiani falsi su tre. L’export italiano, invece, che proviene dalla filiera autentica, frutta 43 miliardi di euro.
I danni al Made in Italy e all’export
L’Italian Sounding può avere diversi effetti negativi sulle esportazioni italiane. In primis, questa pratica può danneggiare l’immagine dei prodotti made in Italy, che vengono venduti in tutto il mondo.
Oltretutto, si va a e creare molta confusione tra i consumatori, i quali possono iniziare a dubitare dell’autenticità dei prodotti realizzati nel nostro paese. Di conseguenza, si può andare incontro a un calo delle vendite dei prodotti tipicamente italiani.
Inoltre, può creare una concorrenza sleale per le imprese italiane che producono autenticamente i prodotti associati all’Italia.
Poiché tali prodotti spesso sono venduti ad un prezzo più basso, possono sembrare alternative convenienti agli occhi dei consumatori, ma sono – in realtà – di qualità inferiore o, semplicemente, non rispettano gli standard gastronomici e di qualità italiani.
Questo fenomeno può anche influire negativamente sul settore alimentare italiano, che si contraddistingue per eccellenza e qualità indiscusse.
Se i prodotti che si spacciano per italiani si diffondono nei mercati internazionali, le esportazioni dei prodotti italiani potrebbero essere danneggiate, in quanto, nei fatti, vanno a ridurre le opportunità di crescita economica per il Paese.
I prodotti più imitati
Ci sono diversi tipi di formaggio tipicamente italiani, nella lista dei prodotti più imitati: l’Asiago, il Pecorino, il Gorgonzola ma anche diversi salumi, quali il prosciutto San Daniele e il salame, nelle sue varie declinazioni.
A questi prodotti fake vengono associati nomi decisamente fantasiosi: ad esempio, al salame napoletano è stato affibbiato la denominazione Salama.
Nella lista dei prodotti copiati dal panorama gastronomico italiano, ci sono anche la mozzarella di bufala campana, il Parmigiano Reggiano e il Prosecco.
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ultimo aggiornamento: 01-09-2023