Cos’è il maladaptive daydreaming e quando il sognare ad occhi aperti può essere considerata una pratica disfunzionale.
Il daydreaming, ossia il sognare ad occhi aperti, è un fenomeno più diffuso di quanto si possa immaginare, visto che interessa tra il 30 e il 50% delle attività giornaliere. Anche se in passato gli psicoanalisti lo consideravano un’attività superflua, tipica di individui inattivi, le ricerche odierne hanno riconsiderato questi momenti come potenzialmente benefici. Tuttavia, quando il distacco dalla realtà si prolunga eccessivamente e si manifesta con un senso di urgenza, si parla di daydreaming maladattivo, una condizione che richiede attenzione.
Cos’è il e maladaptive daydreaming
Il termine “maladaptive daydreaming” fa riferimento ad un coinvolgimento eccessivo nella fantasia che soppianta le interazioni umane ed ostacola le routine quotidiane.
Questa condizione, che può includere movimenti ripetitivi e l’uso di musica per facilitare la dissociazione, non è riconosciuta come disturbo psichiatrico, ma è frequentemente associata ad ansia, depressione e disturbi dell’attenzione, spesso emergendo in seguito a traumi infantili.
Capire se si è vittime di un daydreaming compulsivo non è semplice. Esistono test divulgativi, come quelli forniti dall’Associazione Maladaptive Daydreaming Italia, che, pur non avendo valore diagnostico, possono offrire una prima indicazione.
Per affrontare tale condizione, è importante costruire una rete di supporto e sviluppare autoconsapevolezza, per esempio attraverso attività tra le quali possiamo annoverare, ad esempio, le passeggiate nella natura o la meditazione, che aiutano a riconnettersi con il proprio corpo e a rimanere ancorati alla realtà.
Evitare stimoli come film, musica e videogiochi che possono scatenare il daydreaming è fondamentale, così come programmare attività quotidiane che mantenere focalizzati sul presente. Se il daydreaming eccessivo compromette il benessere, è consigliabile consultare un professionista.
Il valore terapeutico del daydreaming moderato
Anche se il daydreaming maladattivo può avere effetti negativi, il daydreaming moderato è conosciutom invece, per i suoi benefici, come il sostegno allo stress e la promozione della creatività e del problem solving, secondo quanto riportato da Eric Klinger, professore di psicologia all’Università di Chicago.
Studi recenti affermano, infine, anche che il daydreaming possa favorire lo sviluppo socio-emotivo e il processo decisionale, attivando le stesse aree cerebrali coinvolte nelle interazioni sociali.
Riproduzione riservata © 2024 - LEO
ultimo aggiornamento: 31-07-2024