Nell’era dello shopping online, è fondamentale rendere i resi online più sostenibili, promuovendo acquisti consapevoli.

Il fenomeno dello shopping online ha guadagnato un’impennata significativa nell’era degli acquisti effettuati online, specialmente durante eventi come il Black Friday e le festività natalizie. Questa tendenza è ulteriormente foraggiata dal fatto che i prodotti acquistati in rete si possono restituire facilmente, grazie alle politiche di reso gratuito, un fattore decisivo nelle scelte di acquisto dei consumatori. Questa pratica, però, presenta delle sfide notevoli per le aziende, in uno scenario fatto di acquisti e resi compulsivi.

Il dilemma dei resi, un incubo logistico per le aziende

Le politiche di reso possono trasformarsi in un incubo logistico per i rivenditori. Oltre al dispendio di risorse per imballaggio e trasporto, le aziende devono affrontare anche processi ulteriori che riguardano, nello specifico, la pulizia e riconfezionamento dei prodotti restituiti.

Una pratica particolarmente problematica è il “wardrobing“, un tipo di reso fraudolento dove il cliente utilizza un prodotto per un evento e poi lo rispedisce, nonostante sia stato usato.

Economia e shopping online
Shopping online

Per contrastare questi fenomeni, possono essere adottate soluzioni innovative. Una delle più promettenti è l’uso di camerini virtuali, che permettono ai consumatori di provare virtualmente i prodotti prima dell’acquisto, riducendo così le probabilità di reso.

Un’altra iniziativa interessante è il reso peer-to-peer, dove gli articoli sono inviati direttamente ad altri clienti interessati, bypassando – in questo modo – la restituzione al rivenditore e riducendo, nel contempo, i costi e l’impatto ambientale.

Contrastare lo shopping compulsivo

La pratica dei resi compulsivi, che hanno luogo quando i consumatori acquistano più varianti di un prodotto con l’intento di restituirne la maggior parte, ha spinto alcune aziende a riconsiderare le loro politiche di reso.

Acquistare online
Acquistare online

Brand come Zara e Amazon hanno valutato attentamente la situazione e, nel primo caso, il reso a domicilio è a pagamento e a carico del cliente. Lo stesso avviene col gigante delle vendite online, anche se, al momento, non riguarda tutti gli acquisti. Restano, almeno per ora, gratuiti i resi ai punti ritiro e quelli effettuati in negozio.

Questa scelta, però, potrebbe avere un impatto negativo sull’e-commerce, dato che una importante percentuale di consumatori preferisce negozi che offrono solo resi gratuiti.

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ultimo aggiornamento: 20-01-2024


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