I disagi sono sempre numerosi in diversi aeroporti, europei e non solo: è bene conoscere i diritti dei passeggeri, tutelati dal regolamento CE 261/2004.

L’estate si rivela sempre parecchio complicata per i turisti che si spostano in aereo per raggiungere la meta delle proprie vacanze o rientrare a casa dalle ferie. Ogni giorno migliaia di voli sono cancellati e subiscono ritardi a causa di scioperi del personale e mancanza di addetti. Nel post pandemia Ryanair e Easyjet, le compagnie leader del segmento low cost, hanno operato massicci (e ingiustificati) licenziamenti e compresso a livelli insostenibili i diritti dei dipendenti, scatenando le loro proteste. Ma cosa possono fare i passeggeri che subiscono disagi e danni economici?

Quando chiedere il rimborso del biglietto aereo

Quando un volo è annullato o cancellato, i viaggiatori hanno diritto al rimborso del biglietto che avviene in tre casi specifici. La tutela dei passeggeri è garantita dal regolamento CE 261/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 febbraio 2004. La compagnia aerea è tenuta a fornire un risarcimento in tre situazioni: l’imbarco negato, la cancellazione del volo e il ritardo di oltre 3 ore.

La situazione più frequente è la cancellazione del volo, specie all’ultimo minuto. I danni per il consumatore sono numerosi: saltano coincidenze ed incontri di lavoro, vacanze programmate da tempo e rientri a casa dalla propria famiglia. Purtroppo si stima che soltanto il 2% degli utenti rimasti a terra riesce ad ottenere il giusto risarcimento e il motivo è la scarsa informazione sui propri diritti.

Una passeggera bloccata in aeroporto al tabellone degli orari
Quello dei voli cancellati è un “business” da 3 miliardi di euro all’anno

In caso di negato imbarco, cancellazione o ritardo superiore a 180 minuti, il passeggero ha diritto ad una compensazione economica che va da un minimo di 250 a un massimo di 600 euro. La cifra varia a seconda della distanza di percorrenza del volo. Il rimborso da 250 euro è per le tratte inferiori o pari a 1.500 chilometri. Quello da 400 euro per tutte le tratte intracomunitarie superiori a 1.500 chilometri e per quelle extracomunitarie comprese tra 1.500 e 3.500 chilometri. Il rimborso da 600 euro è per le tratte aeree che non rientrano nei due casi precedenti.

Il risarcimento si può chiedere entro 3 anni dal giorno della cancellazione del volo, a patto di non aver buttato il biglietto. Le tempistiche del ristoro sono variabili. In media, i soldi arrivano nell’arco di un mese. Alcune volte il tempo d’attesa si può allungare a due o tre mesi se la compagnia solleva scuse e pretese (la più usata è l’eccezionalità di un evento come uno sciopero) per sottrarsi ai suoi obblighi.

Volo cancellato: rimborso e assistenza a terra

Oltre al rimborso per i danni, i passeggeri “vittime” della cancellazione hanno anche diritti all’assistenza a terra. La compagnia è obbligata a sostenere le spese di ristorazione, di comunicazione e di ospitalità in albergo. Quest’ultima situazione avviene quando cambiano orario e data del volo e lo spostamento è di un giorno. La compagnia è tenuta a pagare le spese di vitto e alloggio fino alla nuova data di partenza.

Si calcola che mediamente i passeggeri dei voli cancellati sono 8 milioni ogni anno e che questo numero produce rimborsi per più di 3 miliardi di euro. Ma le compagnie risparmiano perché non tutti hanno conoscenza dei diritti dei passeggeri del trasporto aereo.

Gli utenti devono conservare sempre il biglietto, prova del rapporto tra viaggiatore e compagnia aerea, e il modulo europeo, meglio noto come EU Digital Passenger Locator Form. È il format che tutte le compagnia di volo mettono a disposizione dei clienti sui propri siti per la localizzazione del passeggero, utilizzato di recente dalle autorità sanitarie nel caso in cui i passeggeri siano stati esposti al Covid durante un viaggio. Se l’utente si sente vittima di qualsiasi tipo di inadempienza da parte della compagnia, può rivolgersi ad un professionista per ottenere il rimborso a cui si ha diritto.

È possibile consultare il regolamento CE 261/2004 nella sua interezza sul sito dell’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile che si occupa proprio di garantire i diritti dei viaggiatori.

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ultimo aggiornamento: 24-07-2022


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