Una ricerca di The European House – Ambrosetti promuove la filiera agroalimentare nazionale: è il primo settore manifatturiero d’Italia.

L’agroalimentare italiano vale 586,9 miliardi di euro di fatturato, con un significativo +8,4% rispetto al 2021. Non solo: la filiera estesa (agricoltura, alimentare, distribuzione, intermediazione) genera 335 miliardi di valore aggiunto, raggiungendo il 19% del Pil nazionale, in crescita del 29% rispetto al 2015. Nel 2022 il settore ha attirato oltre 25 miliardi di euro di investimenti grazie al lavoro di 3,7 milioni di addetti.

Quanto vale l’agroalimentare italiano?

Sono i numeri rivelati da The European House – Ambrosetti durante la presentazione dell’ottava edizione del forum La roadmap del futuro per il food & beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni. Il think tank conferma che l’agroalimentare italiano è il primo settore manifatturiero per valore aggiunto generato con oltre 66 miliardi e supera la produzione di macchinari e apparecchiature (43 miliardi) e i prodotti in metallo (37 miliardi).

Il valore aggiunto di 66 miliardi di euro è frutto dei 37 miliardi generati dall’agricoltura e dei 29 da alimentare e bevande: questi due segmenti rappresentano un valore del 3,8% rispetto al Pil nazionale. “In un contesto di crisi permanente che ci accompagna dal 2020 tra emergenza sanitaria e tensioni internazionali – commenta Valerio De Molli, managing partner e amministratore delegato di The European House – Ambrosetti – è la qualità della produzione agroalimentare Made in Italy il fattore che ha permesso al settore di continuare a crescere: siamo il primo Paese in Unione europea per prodotti certificati (890 in totale), 326 dal mondo alimentare (valgono 8,9 miliardi di euro) e 564 dal settore vinicolo per oltre 11 miliardi di euro”.

Un enologo durante la vendemmia
Il vino è il prodotto agroalimentare italiano più venduto all’estero

L’export è il fiore all’occhiello del nostro agroalimentare. A fine 2023 le esportazioni di prodotti agricoli e trasformati hanno raggiunto il valore record di 62,2 miliardi di euro, con un lusinghiero +6,4% all’anno dal 2010 ad oggi e +69% rispetto al 2015.

Il settore cibo e bevande contribuisce per 53,4 miliardi di euro, il comparto agricolo per 8,8 miliardi. “Nel 2010 – sottolinea Benedetta Brioschi, partner di The European House – Ambrosetti – l’agroalimentare incideva per l’8,2% sul totale delle esportazioni italiane, mentre nel 2023 ha sfiorato il 10% in crescita di 1.7 punti percentuali negli ultimi 13 anni”.

Export dell’agroalimentare italiano da record

Il vino è leader nel mondo e si conferma il prodotto agroalimentare italiano più venduto all’estero con un giro d’affari di 7,8 miliardi di euro e una quota del 12,5% sul totale export. Al secondo posto ci sono i lavorati a base di farine, tra cui la pasta, che valgono 6,9 miliardi di fatturato; al terzo i prodotti lattiero-caseari che si fermano a 6 miliardi.

Ottima la performance di frutta e vegetali trasformati che raggiungono i 5,7 miliardi di euro. L’Italia è prima al mondo per quota di mercato di pasta (45%), amari e distillati (42%), passata di pomodoro (27%), castagne (23%) e verdure lavorate (20%). La manifattura del Belpaese raggiunge il secondo posto per vino (20%), farina di riso (20%), nocciole (15%), mele (13%) e kiwi (12%).

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ultimo aggiornamento: 26-05-2024


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