Il mercato ha superato i 26 milioni di chilogrammi e le esportazioni fanno volare uno dei prodotti più apprezzati del made in Italy.
Vola il mercato del pesto, uno dei prodotti più apprezzati del made in Italy. La produzione ha ormai superato i 26 milioni di chilogrammi per un giro d’affari di 330 milioni di euro. In Italia, negli ultimi dieci anni, il condimento verde più diffuso al mondo ha registrato una crescita annua del 10% sia a volume che a valore. Come rileva NielsenIQ, nel 2023 sono aumentate del 5,5% le quantità vendute rispetto al 2022, nonostante un incremento dell’8% del prezzo medio.
Pesto, giro d’affari da 330 milioni di euro
Determinante per la crescita del mercato del pesto è l’ampliamento dell’offerta, arrivata a dieci prodotti di media a scaffale. Il classico alla genovese – la ricetta tradizionale a base di basilico – rimane in vetta alle preferenze, ma oltre al fresco aumenta la passione per la lunga conservazione, cresciuta del 22% a valore e del 10,5% a volume.
Le varianti a base vegetale appassionano sempre di più consumatori e consumatrici, che siano ai broccoli e ai pistacchi, ai peperoni e ai pomodori secchi. Nell’horeca (il mondo hotellerie-restaurant-café) il pesto è sempre più richiesto per farcire le pizze gourmet. Le aziende del settore incrementano le esportazioni focalizzandosi sui gusti stranieri: rucola per i tedeschi, aglio abbondante per gli inglesi, tartufo per gli statunitensi.
Barilla ha il 29% della quota di mercato. Nello stabilimento di Pedrignano, il pastificio più grande del mondo produce tutto il suo pesto, realizzato con basilico da agricoltura sostenibile tracciato con la blockchain e venduto per l’80% all’estero. Il tracciamento è garanzia di qualità, trasparenza e sostenibilità.
Per Polli il pesto genera il 90% degli oltre 144 milioni di euro realizzati con l’export, pari all’80% del fatturato totale del 2023. “Sono anni che il pesto mostra un trend di crescita costante sia in Italia che all’estero, dove piace ovunque, dal Giappone alla California”, racconta la direttrice vendite Manuela Polli al Sole 24 Ore.
Pesto alla genovese il preferito, ma l’offerta è ricca
In dieci anni Biffi ha raddoppiato il fatturato (150 milioni di euro nel 2023) e continua a registrare crescite annue del 10-15% nei volumi di vendita dei sughi freschi. “Il pesto funziona perché permette di ottenere un primo piatto gustoso con un food cost molto contenuto”, spiega il responsabile marketing Alessandro Bozzini.
Non è da meno Saclà che ha potenziato il suo stabilimento a Castello d’Annone nell’astigiano specializzandosi nella lavorazione di questa ricetta. “Il pesto ci ha permesso di ampliare il nostro spazio a scaffale al di fuori del mondo dei sottoli e di entrare in nuovi Paesi, a partire dalla Gran Bretagna, diventando presto il nostro prodotto più esportato”, sottolinea la responsabile marketing Elena Garnero. Infine c’è chi come la genovese Il pesto di Prà, produttore specializzato che coltiva il basilico fuori suolo, è arrivata persino a commercializzarne una versione surgelata.
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ultimo aggiornamento: 24-05-2024