La buona notizia arriva da Casa Caciolle a Firenze: i detenuti cucinano per i senzatetto perché “anche noi avremmo avuto bisogno di un pasto caldo”.
I poveri in Italia crescono e a Firenze ai senzatetto ci pensano i detenuti. La buona notizia arriva dall’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa. L’istituto per orfani e ragazzi bisognosi si occupa anche di formazione e lavoro, inclusione e programmi di recupero socioprofessionale. Uno degli ultimi progetti della Madonnina del Grappa coinvolge Casa Caciolle, antica villa del Settecento nel quartiere di Novoli-Ponte di Mezzo.
A Casa Caciolle i detenuti cucinano per i senzatetto
Dal 2008 la struttura di accoglienza offre ai detenuti a fine pena, che scontano pene alternative e sono in uscita dalla Casa Circondariale di Sollicciano, percorsi alternativi al carcere, basati su ricerca e mantenimento del lavoro. L’obiettivo è il reinserimento concreto nel tessuto sociale, il recupero dell’autostima e della loro dignità umana, oltre che un profondo senso di responsabilità civile.
Da qualche tempo, quattro detenuti che vivono a Casa Caciolle si sono messi al servizio della collettività. Come? Usando la cucina della villa per preparare oltre trenta pasti al giorno destinati ai senzatetto. Ogni sera alle 20 il cibo cucinato viene affidato a Protezione Civile, Croce Rossa e Misericordia, che lo distribuiscono ai senza dimora della città di Dante che sopravvivono al tempo della pandemia.
A Firenze si contano almeno mille homeless, in maggioranza stranieri. Ma nell’ultimo anno si sono aggiunti parecchi italiani, spesso anziani che con la pensione non ce la fanno ad andare avanti e cinquanta-sessantenni rimasti senza lavoro.
“Ogni volta che cuciniamo per i senzatetto della città è come se fosse una terapia di redenzione che in qualche modo ci ricorda il nostro passato marginale e randagio, dove anche noi avremmo avuto bisogno di un pasto caldo”, racconta uno dei detenuti del progetto al Corriere della Sera.
Dietro al progetto c’è don Vincenzo Russo
“Pensare che attraverso il nostro lavoro di volontariato possiamo aiutare i più bisognosi per noi è come una rinascita. In questo periodo di pandemia e sofferenza collettiva, essere partecipi di questo movimento di solidarietà è altrettanto importante”, aggiungono gli altri.
Dietro il progetto c’è don Vincenzo Russo, il cappellano di Sollicciano e presidente della Madonnina del Grappa. Cresciuto nella periferia di Napoli, il sacerdote si occupa di poveri e senza fissa dimora da più di trent’anni. Con Casa Caciolle punta a seguire i detenuti “in un percorso di reinserimento nella società anche attraverso opere di volontariato”.
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ultimo aggiornamento: 10-05-2021