Secondo una recente ricerca dell’UniPD, cuore e cervello sono in grado di comunicare grazie a segnali elettrici.
La comunicazione tra cuore e cervello è un mistero affascinante che i ricercatori dell’Università di Padova stanno cercando di risolvere. Secondo uno studio recente, cuore e cervello comunicano tra loro attraverso segnali elettrici. Questa scoperta rivela la presenza di una connessione biologica tra i due organi che potrebbe influenzare il nostro benessere emotivo e fisico in modi ancora sconosciuti.
Cuore e cervello comunicano con segnali elettrici
E’ quanto emerge dallo studio Cardiac AC8 over-expression increases locomotion by altering heart-brain communication, pubblicato dalla rivista americana The Journal of the American College of Cardiology, coordinato da Jacopo Agrimi del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova .
Gli scienziati spiegano che i segnali elettrici provenienti dal cuore possono influenzare l’attività cerebrale e viceversa, creando un dialogo continuo tra i due.
Questa ricerca potrebbe aprire nuove strade nella comprensione delle malattie del cuore e del cervello e potrebbe portare a nuovi approcci terapeutici. Sebbene sia ancora necessaria una maggiore comprensione di questa connessione, questa scoperta potrebbe avere importanti implicazioni per la salute e il benessere umani.
Metodologia e risultati della ricerca
Per questa ricerca sono stati utilizzati i topi in cui è stato aumentato il livello di un enzima, sul piano genetico, chiamato adenilato ciclasi di tipo 8 sul piano delle cellule del ritmo cardiaco. Tale enzima, nei fatti, promuove la sintesi di segnali chimici che aumentano i battiti cardiaci e la contrazione del muscolo.
Il team di ricerca ha rilevato un incremento delle onde gamma dall’ippocampo, che è connesso alla memoria e all’osservazione.
“Il nostro studio – afferma Agrimi, – […] mostra che i cambiamenti umorali/elettrici generati perifericamente a livello miocardico siano sufficientemente incisivi da modificare i comandi in uscita dal cervello e diretti ai vari compartimenti/organi del nostro corpo“.
“Dobbiamo quindi cominciare a considerare possibili nuovi scenari e nuovi attori, tra cui la dopamina prodotta dalle cellule del cuore, quando si debbono valutare le conseguenze funzionali – sia centrali, sia periferiche- di possibili alterazioni del dialogo costante (e bidirezionale) tra cervello e cuore”, ha concluso lo scienziato.
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ultimo aggiornamento: 23-12-2023