Rachel Goldsmith Turow ha pubblicato un libro per vincere contro quella massacrante voce interiore che ripete sempre che quello che facciamo non è fatto mai abbastanza bene.

In psicologia il critico interiore è quel meccanismo protettivo che invece di aiutare l’autostima, finisce per giudicarci e farci sentire inadeguati, rimproverarci e buttarci giù di morale. Per ridurre i pensieri intrusivi e il senso di inadeguatezza e trasformare il critico in mentore, la psicologa statunitense Rachel Goldsmith Turow ha messo a punto una pratica quotidiana di meditazione che permette di capire come combattere il critico interiore e trasformarlo in un prezioso alleato.

Come combattere il critico interiore?

Il libro di Rachel Goldsmith Turow si chiama The Self-Talk Workout: Six Science-Backed Strategies to Dissolve Self-Criticism and Transform the Voice in Your Head ed è edito da Shambhala Publications. La terapeuta e ricercatrice, docente alla Seattle University, ha sperimentato su se stessa sei tecniche per limitare questo eccesso di autocritica che provoca danni personali, relazionali e lavorativi, specie in una fase storica in cui prevale il fenomeno delle grandi dimissioni.

Turow inizia l’allenamento con la respirazione: quella addominale o diaframmatica aiuta a calmare l’eccessiva emotività e l’aspetto autodistruttivo che il critico interiore fomenta. Respirare bene attraverso l’addome e non solo superficialmente con il torace, con inspirazione ed espirazione, placa l’intero organismo.

Una donna libera e felice respira aria fresca
Il controllo del respiro spezza il vortice della ruminazione

Un esercizio più complesso, elaborato in due fasi, è la pratica del fare e rifare. Durante la fase uno, bisogna identificare e visualizzare cosa ha innescato e sta alimentando l’autocritica durante una specifica attività. Nella fase due, occorre fare e rifare esattamente quell’attività che ha generato l’autocritica. La pratica del fare porterà ad essere più indulgenti con se stessi.

È importante, secondo l’esperta di mindfulness, effettuare un’attenta autovalutazione per determinare la differenza tra una critica genuina intesa a migliorare un proprio difetto e una critica dannosa e feroce, che ha l’unico obiettivo della demolizione. La valutazione equilibrata è un mezzo decisivo per cambiare la rotta di un dialogo interiore negativo.

Leapfrogging, dall’economia alla psicologia

Un altro esercizio suggerito dalla Turow è il leapfrogging, una parola presa in prestito dal mondo della finanza. In economia fa riferimento alle innovazioni: se piccole e incrementali, portano un’azienda dominante a rimanere leader del mercato; se radicali, consentono alle nuove imprese di scavalcare le dominanti.

La psicologa usa il leapfrogging intendendolo come un “salto” nella proprio attivazione comportamentale: quando si riesce a superare il critico interiore, con un balzo si riescono a fare cose anche quando non si vuole. Il leapfrogging è quindi collegato a sentimenti ed esperienze di realizzazione. Il pensiero autocritico e boicottante si elimina facendo cose nuove, stimolanti o semplicemente scomode.

Un punto chiave è sentire i propri sentimenti e diventare amici di se stessi. Le emozioni sono una parte naturale della nostra vita. È fondamentale per il benessere personale e il dialogo interiore positivo permettere a noi stessi di sentire ed elaborare tutto ciò che sperimentiamo.

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ultimo aggiornamento: 16-08-2023


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