L’Europa vuole che gli agricoltori italiani restituiscano un milione di ettari alla biodiversità: la Destra e i produttori si oppongono.

Poco più di un milione di ettari: questo è quanto chiede l’Europa agli agricoltori italiani. La richiesta è volta a riconsegnare i terreni alla biodiversità, ma non si calcolano le perdite dei produttori nostrani. Al momento, la legge è bloccata fino al prossimo 27 giugno, ma il dibattito è aperto e parecchio infuocato.

Europa, un milione di ettari restituiti alla biodiversità: un danno per gli agricoltori

Al Parlamento europeo è in corso un dibattito sulla necessità di salvaguardare la biodiversità a discapito della produzione agricola. L’intenzione dell’Europa, parlando in termini concreti, è restituire un milione di ettari di terreni (nostrani e non) alla causa. Detta in questi termini può sembrare una scelta saggia, ma c’è una clausola che non si può fare a meno di prendere in considerazione. A farne le spese, infatti, saranno, per quel che riguarda il Bel Paese, tanti agricoltori italiani.

La legge sul Ripristino della natura (Nature Restoration Law), proposta dalla Commissione europea nel giugno del 2022, è volta a ripristinare gli ecosistemi degradati, che in Europa si stima che siano pari all’80%. Il punto della normativa che riguarda i terreni stabilisce che almeno il 10% della Superficie agricola totale (Sat) venga destinato alle infrastrutture verdi che sostengono la biodiversità degli agro-ecosistemi. La decisione, ovviamente, non è stata accolta bene dai produttori, che giustamente lamentano perdite. Secondo i calcoli di Confagricoltura, per l’Italia l’obiettivo del 10% di Sat “ammonta a 1.250.000 ettari di terreni coltivabili, sui quali la produzione agricola è di fatto fortemente limitata o resa impossibile“.

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Legge sul Ripristino della natura: fino al 27 giugno l’Europa è ferma

Gli agricoltori, almeno fino al 27 giugno 2023, potranno tirare un sospiro di sollievo. L’ultima votazione nel parlamento europeo, andato in scena nel corso della mattinata di giovedì 15 giugno, si è conclusa con 44 voti favorevoli e 44 negativi. Adesso bisognerà attendere la prossima riunione, fissata appunto per il 27 giugno, e sperare che la situazione cambi. I produttori agricoli italiani, nel frattempo, possono contare sul sostegno della parte di destra del Governo, che si sta battendo affinché gli ettari nostrani non vengano riconsegnati alla biodiversità.

E’ bene sottolineare che gli obiettivi che si pone la legge sul Ripristino della natura – miglioramento e ripristino degli habitat per le zone umide, le foreste, le praterie, i fiumi, i laghi, la brughiera e la macchia – sono più che validi. Soltanto, si deve tenere conto anche degli agricoltori, che magari hanno impiegato una vita per costruire ciò che hanno. Non si potrebbe, ad esempio, chiedere loro di convertire la loro produzione all’ecosostenibilità? Piuttosto che privarli dei terreni, si potrebbero imporre scelte/norme etiche e bio, come il divieto di pesticidi. Al momento, il dibattito è ancora aperto.

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ultimo aggiornamento: 26-08-2023


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