Lo rivela Paolo Tassani, il presidente di Agrofarma-Federchimica: il comparto dell’agricoltura italiana è fortemente innovativo e investe oltre 30 milioni di euro all’anno sulle biotecnologie.

Grazie all’innovazione continua nel settore e all’impegno per la tutela della salute e dell’ambiente, l’Italia è prima in Europa nella riduzione di fitofarmaci nei cibi. Lo rivela Paolo Tassani, il presidente di Agrofarma-Federchimica, l’associazione di categoria che rappresenta 32 imprese italiane degli agrofarmaci, nel corso di un’intervista concessa al Sole 24 Ore. L’occasione è la presentazione degli ultimi dati dell’Osservatorio Agrofarma che vedono crescere gli investimenti in agritech e biosolution.

Italia prima in Europa per riduzione fitofarmaci nei cibi

Il rapporto di Agrofarma, realizzato con i dati raccolti da Areté, conferma che il comparto dell’agricoltura italiana è fortemente innovativo e investe oltre 30 milioni di euro all’anno sul biologico e le biotecnologie, l’agricoltura digitale e il mercato dei prodotti agrochimici. Il 3% dei ricavi finisce in ricerca e sviluppo per ottenere un’agricoltura che sia sempre più sostenibile e pronta ai cambiamenti climatici.

Il ruolo degli agrofarmaci nel sostenere la produzione agricola nazionale è fondamentale. Tassani sottolinea che il comparto lavora unito per promuovere soluzioni biostimolanti di nuova generazione orientate verso il rispetto della natura. Per biostimolanti si intendono i fertilizzanti naturali che aiutano i processi nutrizionali delle piante a vegetare e fiorire se sono in sofferenza, rendendole più produttive e resistenti alla malattie.

Agricoltura biologica
L’agricoltura italiana si impegna nella tutela della salute dell’ambiente grazie a soluzioni innovative e sostenibili

Negli ultimi 20 anni – spiega il presidente di Agrofarma – il volume di prodotti fitosanitari impiegati in agricoltura in Italia (a differenza di altri Stati) è diminuito costantemente: un dato che identifica la presenza di una innovazione crescente nel nostro Paese”. L’Italia ha anche un ulteriore primato: l’incidenza dell’agricoltura biologica sulla Sau (la superficie agricola utilizzata) pari al 20% con 2,3 milioni di ettari, contro una media europea ferma al 9%.

A crescere sono pure il numero di start-up dell’agritech e il fatturato delle vendite di prodotti autorizzati per l’impiego in agricoltura biologica: nel 2023 è di 134 milioni di euro, pari al 12% del fatturato totale. I prodotti naturali e non chimici che oggi sono impiegabili nel biologico rappresentano il 20% del totale: gli impegni assunti dall’industria a livello europeo porteranno questa quota al 30% nei prossimi tre anni. Qualcosa, tuttavia, non va nelle politiche ambientaliste dell’Unione europea.

Residui fitofarmaci negli alimenti: Italia leader

Le associazioni di categoria non contestano i piani come il Green Deal e Farm to Fork, ma piuttosto lo schema dei tagli lineari e la tabella di marcia delle tempistiche di applicazione dei programmi, che non tengono conto del percorso virtuoso già avviato da alcuni Paesi membri a differenza di altri. Proprio sui residui di fitofarmaci negli alimenti, i prodotti e le derrate italiane sono ad un livello molto alto.

Questo è il conflitto più grande – afferma Tassani –: abbiamo una sostenibilità nella nostra agricoltura particolarmente elevata, ma ci viene richiesto di fare un ulteriore percorso, esattamente come quei Paesi in cui questo percorso non è stato neanche avviato. E questo naturalmente rischia di penalizzare i nostri produttori, che si ritrovano a sostenere costi superiori, senza che gli venga riconosciuto il dovuto ritorno”.

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ultimo aggiornamento: 27-04-2024


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