L’amministrazione comunale la chiama distanza di cortesia per i fumatori: sarà valida non solo per sigarette e tabacco, ma anche per i prodotti a combustione.

La pandemia ha trasformato le città italiane in smoking free e Torino fa un ulteriore passo in avanti nella politica anti-fumo. L’amministrazione comunale del capoluogo piemontese ha introdotto la distanza di cortesia per i fumatori: un vero e proprio divieto di fumo all’aperto che colpisce chi consuma le sigarette e il tabacco rollato, il sigaro e la pipa, le sigarette elettroniche, il tabacco riscaldato e ogni prodotto a combustione.

Torino: divieto di fumo all’aperto

Il divieto prevede che non si potrà mai fumare in luoghi all’aperto in presenza di bambini o di donne in gravidanza. La distanza di cortesia, inoltre, obbliga i fumatori a tenere una distanza minima di cinque metri dalle altre persone senza il loro consenso esplicito. A varare questa misura è una delibera approvata dal Consiglio comunale che modifica il Regolamento di Polizia urbana numero 221.

Il consigliere Silvio Viale ha incluso le sigarette elettroniche nei prodotti “proibiti” perché recentemente la comunità scientifica ha equiparato lo svapo al fumo vero e proprio. “Tutto questo ha delimitato la necessità di tutelare la libertà di coloro che assumono sostanze per combustione o per riscaldamento elettronico e contemporaneamente la libertà, l’ambiente e la salute di coloro che non fumano”, si legge nella proposta al Consiglio.

Una ragazza fuma la sigaretta elettronica
Vietato fumare all’aperto a Torino, anche la sigaretta elettronica

A Torino vige già da qualche anno il divieto di fumo nelle aree gioco: per chi viola il provvedimento e ora non manterrà la distanza di cortesia, è prevista una multa di 100 euro. Da tempo il Ministero della Salute sta lavorando ad una proposta di legge nazionale sull’argomento, sulla base di quanto sperimentato a Volano, in provincia di Trento, sin dal 2021, quando un’ordinanza comunale ha approvato il divieto di fumare all’aperto all’interno dei parchi, vicino a scuole e centri sportivi e alle fermate dei mezzi.

L’amministrazione del capoluogo piemontese ricorda che alcune città italiane hanno introdotto il divieto di fumo in numerosi luoghi pubblici. Con il Piano della qualità dell’aria approvato nel novembre 2020, a Milano le sigarette sono vietate nei parchi e nelle aree cani, alle fermate dei mezzi pubblici, nei cimiteri e negli stadi a meno che non si tenga a una distanza di sicurezza di dieci metri.

Quali sono le città dove non si fuma all’aperto?

Oltre a Milano e Torino, le città italiane dove non si fuma in specifiche zone pubbliche sono ancora poche. In alcuni piccoli comuni sono avvenuti esperimenti interessanti. Volano è all’avanguardia così come Bibione, una frazione di San Michele al Tagliamento vicino Venezia, dove dal 2019 è vietato fumare in spiaggia.

Le località balneari che hanno seguito Bibione nel divieto di fumo in spiaggia sono Lerici, Sanremo e Savona in Liguria, Cesenatico, Ravenna e Rimini in Emilia-Romagna, Pesaro, San Benedetto del Tronto e Sirolo nelle Marche, Alba Adriatica in Abruzzo, Anzio, Fiumicino, Gaeta, Ladispoli, Ponza, Sperlonga e Torvaianica nel Lazio, Manduria e Porto Cesareo in Puglia, il tratto della Costa Smeralda, Olbia, Sassari e Stintino in Sardegna.

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ultimo aggiornamento: 30-04-2024


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