Con il COVID-19 è aumentato il gender gap sul lavoro: per sostenere le donne ci saranno denunce anonime per chi vìola le pari opportunità all’atto dell’assunzione.

La crisi originata dal coronavirus non ha fatto altro che aggravare il già tragico divario lavorativo esistente in Italia fra uomini e donne. Il ricorso massiccio allo smart working ha originato nuove disuguaglianze, pesando soprattutto sul lato femminile della popolazione. Nasce da questo la proposta di alcuni ministri: creare una piattaforma dove si possa denunciare in forma anonima qualsiasi violazione del codice delle Pari Opportunità.

Come funzionerà la denuncia anonima per chi viola le pari opportunità?

Nel webinar “Obiettivo 62% – L’occupazione femminile come rilancio nazionale, le donne come priorità trasversale” sono intervenuti, fra gli altri, il ministro del Lavoro Andrea Orlando e quello dell’Innovazione tecnologica Vittorio Colao. Il tema principale del seminario era quello delle discriminazioni di genere sul lavoro e i vari strumenti con cui superarle.

I due ministri hanno proposto una serie di iniziative. L’obiettivo, ovviamente, è quello rimediare al ritardo italiano in termini di occupazione femminile e di ripartizione dei carichi di lavoro. Fra le proposte avanzate, spicca quella di creare un meccanismo di piattaforme anonime.

Queste servirebbero a denunciare chi viola nello specifico l’articolo 27 del codice delle Pari opportunità. Il codice 27 vieta, nel momento dell’assunzione, che il datore di lavoro faccia domande alle donne sulla loro vita privata. Quella dell’assunzione è di fatto una fase fondamentale, perché è quella in cui l’azienda/attività decide se assumere o meno chi sta effettuando il colloquio.

Le altre misure proposte per combattere il gender gap sul lavoro

La maggior parte delle aziende, per fronteggiare la pandemia, è ricorsa a allo smart working per i propri dipendenti. Purtroppo, il lavoro da remoto ha fatto ricadere ancora più gravemente il peso familiare sulle spalle delle donne. Tante sono state costrette persino a lasciare il lavoro.

Donna in smart working con bambino
Donna in smart working con bambino

Sono intervenute a questo proposito anche Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità, e Mara Carfagna, ministra per il Sud Italia. Entrambe d’accordo che per costruire posti di lavoro e per garantire più tempo delle donne, su cui grava maggiormente il peso della cura familiare, è necessario intervenire sulle infrastrutture sociali.

Non bastano, purtroppo, le tante misure già adottate (si pensi, ad esempio, al Bonus baby sitter per il 2021). L’Italia avrebbe bisogno, infatti, di più posti negli asili nido, di più tempo pieno nelle scuole di ogni grado, di una rete che sia davvero efficiente nell’offrire assistenza agli anziani e ai portatori di handicap.

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ultimo aggiornamento: 27-03-2021


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