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Stop a visite di rivedibilità e alla parola handicappato: come cambia la legge sulla disabilità

Una donna disabile con i suoi colleghi di lavoro

Alessandra Locatelli, la ministra per le Disabilità, annuncia le nuove politiche inclusive del governo: basta a termini discriminanti nelle leggi e alle visite di rivedibilità per gli invalidi civili.

Basta con la parola handicappato e stop alle visite di rivedibilità: sono le linee-guida delle nuove politiche inclusive del governo Meloni annunciate da Alessandra Locatelli, la ministra per le Disabilità. In occasione dell’Open Day Anffas, Locatelli è intervenuta alla sede della Fondazione Giovanni Caressa Onlus di Salerno per presentare tutte le novità in arrivo in materia di disabilità, a partire dal linguaggio inclusivo.

Via parola handicappato e visite rivedibilità

Stiamo attraversando un momento storico particolare – spiega Locatelli – e si tratta di una rivoluzione nella presa in carico della persona con disabilità. Prima di tutto con la Legge delega tocchiamo alcuni punti fondamentali e qualcuno deriva direttamente dalla Convenzione Onu come il principio dell’accomodamento ragionevole. Questo deve essere uno strumento utilizzato nel mondo del lavoro, della formazione, nella vita quotidiana in tutti i casi, ma poi andiamo a cancellare nelle leggi ordinarie parole come handicappato e portatore di handicap, ed era ora dopo tanti anni”.

L’accomodamento ragionevole permette alle persone con disabilità di usufruire e godere degli stessi diritti e accedere ai servizi sanitari come tutte e tutti gli altri. Questo principio si unisce all’inclusione lavorativa, al collocamento mirato e alla valorizzazione dei talenti con disabilità nel mondo del lavoro. All’articolo 2 la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità definisce gli accomodamenti ragionevoli come “le modifiche e gli adattamenti necessari ed appropriati che non impongano un onere sproporzionato o eccessivo adottati, ove ve ne sia necessità in casi particolari, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali”.

Un lavoratore disabile
Revisione dell’invalidità civile e centralità della formazione nella nuova legge sulla disabilità

Parliamo di persone, con disabilità o con una malattia, ma sempre persone con gli stessi diritti – aggiunge la ministra – e poi affrontiamo il tema della presa in carico della persona attraverso il progetto di vita. Stiamo lavorando tantissimo e la battaglia più grande sarà la formazione per far capire a tutti, con 20 milioni di euro messi a disposizione da quest’anno, che questo della formazione è l’unico strumento per superare le frammentazioni. Bisogna lavorare a partire dai territori. Faremo un accompagnamento fitto e sostenuto a tutti”.

La grossa novità delle politiche inclusive del governo sarà la revisione dell’invalidità civile con la fine delle visite di rivedibilità, una pratica che Locatelli definisce “umiliante”. “Dopo uno, due, tre anni, spesso le persone anche con una disabilità accertata si devono presentare nuovamente davanti alla Commissione – sottolinea la ministra –. Questo non è ammissibile, ma umiliante per le persone e le famiglie e questa disposizione verrà cancellata”.

Invalidità civile, parte la semplificazione

Con la legge delega, vengono introdotte anche la figura del Garante nazionale sui diritti delle persone con disabilità e l’accessibilità delle pubbliche amministrazioni. Tra le priorità spicca pure la necessità di modificare l’accertamento della condizione di invalidità: l’obiettivo del ministero è incidere direttamente sulla sburocratizzazione e la semplificazione eliminando proprio le visite ripetute di rivedibilità.

Di questo e di tanto altri si parlerà al G7 inclusione e disabilità che si svolgerà dal 14 al 16 ottobre 2024 in Umbria. “È la prima volta che a così alto livello, dagli anni Settanta, quando sono nati i G7, si decide di discutere di inclusione e disabilità – conclude Locatelli –. Credo che questo sia un segnale importante che dobbiamo cogliere per andare tutti nella stessa direzione: il diritto alla piena partecipazione, alla vita civile, sociale e politica dei nostri Paesi. L’Italia in questo può essere un modello perché abbiamo tante difficoltà. Noi siamo sulla strada giusta e con questa riforma sulla disabilità stiamo creando davvero un modello da far seguire anche ad altri Paesi in Europa e nel resto del mondo”.

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ultimo aggiornamento: 2 Aprile 2024 9:51

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