Morto all’età di 89 anni, Pittaro ha donato ai suoi collaboratori i vigneti dell’azienda di Codroipo, fondata negli anni Settanta.
L’imprenditore agricolo friulano Piero Pittaro aveva promesso che al momento della sua scomparsa avrebbe lasciato ai suoi dipendenti l’azienda vinicola che ha fondato negli anni Settanta e così ha fatto. Nel testamento di Pittaro, morto il 24 marzo scorso all’età di 89 anni, i suoi nove collaboratori si sono ritrovati intestata la maggioranza dell’azienda. Una donazione vera e propria che non ha sorpreso i cittadini di Codroipo.
Piero Pittaro, testamento a favore dei dipendenti
I nove fedeli dipendenti di Pittaro ad aver ereditato l’azienda vinicola sono l’enologo e braccio destro di una vita, il perito agrario, la contabile, l’addetto commerciale, il personale di cantina e di vigneto. Tutte persone che collaborano ai vitigni da oltre dieci anni. L’enologo Stefano Trinco addirittura da più di quaranta.
La Vigneti Pittaro si estende su 85 ettari e produce 300mila bottiglie l’anno tra spumanti, vini fermi bianchi e rossi. Il cavalier Pittaro ha contribuito in maniera significativa a far conoscere e apprezzare il Friuli in ogni angolo del mondo. I suoi vini sono esportati in tutta Europa, negli Stati Uniti, a Singapore e nel Sud-est asiatico con una quota di export del 35, 40%.
A breve i dipendenti di Pittaro costituiranno una nuova società per formalizzare il passaggio di testimone, proseguire l’operato dell’azienda e la valorizzazione del marchio. “Io ho quello che ho donato”, si legge nel necrologio affidato al Messaggero Veneto che l’imprenditore contadino ha scritto poco prima di scomparire, prendendo in prestito le parole del vate Gabriele D’Annunzio.
La prima mossa di Vigneti Pittaro senza il patron Piero sarà nel segno della continuità. I nuovi soci lanceranno sul mercato una delle ultime idee del patriarca: uno spumante Blanc de Noir, realizzato naturalmente con il metodo classico da uve Pinot nero. Quella che è a tutti gli effetti l’impronta aziendale data da un imprenditore illuminato ed eclettico.
Piero Pittaro, famiglia chiusa in silenzio
“Quando facevamo qualche controllo nei vigneti o le prove in cantina, ci diceva, ogni tanto in lingua friulana, ‘us lassi dut a vualtris’ (‘lascio tutto a voi altri’) – racconta Trinco –. Ma mai avremmo immaginato che meditasse davvero di farlo. Con questo gesto, ha confermato la coerenza che lo ha contraddistinto per tutta la sua vita: premiava sempre chi riteneva meritevole e amava trasmettere la bellezza e la perfezione dei nostri prodotti”.
“Dotato di grande carisma, cultura e curiosità – aggiunge Trinco –, è riuscito a conseguire ottimi risultati ovunque abbia operato”. Pittaro lascia la moglie, la figlia, le due nipoti e il pronipote. La famiglia non ha ancora commentato il lascito ai collaboratori legatari, ma non è detto che gli eredi, in quanto legittimari, possano impugnare il testamento.
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ultimo aggiornamento: 17-05-2024