Aumenta in maniera significativa pure l’export: le aziende italiane sono tra le prime al mondo per qualità e distintività dei loro prodotti.

Nonostante il caro-prezzi, gli italiani continuano a mangiare legumi. L’Ismea (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) fa sapere che i consumi si attestano sui 9,2 kg pro capite all’anno, che siano fagioli, lenticchie, piselli, ceci e cicerchie. La media italiana è decisamente elevata in Europa, considerando che gli spagnoli consumano 3,4 kg annui e i francesi si fermano a 2,5 kg.

Legumi, in Italia vendite in crescita

A favorire la crescita dei consumi (+33% sul 2016) è l’apporto energetico dei legumi, alternativa vegetariana e vegana a carne e pesce e fonte di proteine, acido folico, fibre, vitamine e minerali come ferro, zinco e magnesio. Fagioli, piselli, ceci e lenticchie sono considerati anche campioni di sostenibilità economica perché le coltivazioni sono poco costose e il prezzo medio in Gdo secondo i dati NielsenIq è di 2,86 euro al kg.

Bonduelle è leader del mercato in Italia: per l’azienda francese i legumi rappresentano il 20% del giro d’affari e il 50% nelle conserve. “La riscoperta dei legumi è guidata dalla passione per la cucina tradizionale e dall’interesse per piatti più moderni, come l’hummus o le poke”, spiega Laura Bettazzoli, la direttrice marketing della divisione italiana della società.

Un sandwich vegano con ceci, avocado e cetriolo
Un sandwich vegano con ceci, avocado e cetriolo

Dal 2020 ad oggi, i listini dei legumi sono lievitati con aumenti del 30%. Tuttavia, nel giro di tre anni, gli acquisti non ne hanno risentito: a febbraio 2024 nella grande distribuzione sono stati venduti 501 milioni di confezioni per un ammontare complessivo superiore a 722,6 milioni di euro. In media, +9,6% rispetto all’anno scorso.

Sg Marketing rivela che il 74% delle famiglie italiane compra legumi e mangia quelli secchi due volte a settimana. NielsenIq conferma che quelli in scatola sono ancora i più consumati con il 74% dei volumi venduti nella Gdo: una percentuale lontana dal 18,9% dei surgelati e dal 7,1% dei freschi. Il fatturato complessivo dei legumi in scatola nel 2023 raggiunge quota 1,1 miliardi di euro.

Legumi italiani vanno forte all’estero

Anche l’export dei legumi in scatola sorride all’Italia. L’Anicav, l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, attesta che il fatturato nel 2023 ha toccato i 650 milioni di euro, +8% rispetto al 2022 a parità di volumi. Le aziende nostrane importano grandi quantitativi di legumi secchi dall’estero (in particolare i fagioli borlotti dall’Egitto e dall’America del Sud), li reidratano, lavorano, confezionano e rivendono in tutto il mondo.

I maggiori consumatori internazionali sono il Regno Unito, l’Australia e gli Emirati Arabi per i fagioli e la Germania per i piselli. Il segmento su cui le imprese del settore stanno lavorando è la coltivazione di piselli e borlotti per la lavorazione da freschi. All’avanguardia in tal senso è il consorzio cooperativo Conserve Italia, che dal prossimo settembre avrà il 100% di fagioli di soia edamame prodotta in Italia.

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ultimo aggiornamento: 14-04-2024


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