Ex sindacalista nata in una famiglia di “seringueiros”, attivista e professoressa di storia, Marina Silva punta alla “deforestazione zero” per scongiurare i disastri ambientali del bolsonarismo.
Lezioni di ambientalismo reale alla vecchia Europa arrivano dal Brasile. Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha scelto per la seconda volta la storica attivista e pedagogista Marina Silva come ministra per l’ambiente. Stavolta il compito della professora di Rio Branco, classe 1958, è particolarmente difficile: salvare davvero l’Amazzonia dopo gli anni disastrosi di governo Bolsonaro, in cui gli incendi hanno devastato migliaia di ettari di foresta.
Chi è Marina Silva, ministra per l’ambiente brasiliana
Nata in una famiglia di seringueiros, gli operai raccoglitori di caucciù, Marina Silva è già stata ministra per l’ambiente tra il 2003 e il 2008. Fino all’adolescenza ha vissuto da analfabeta in una palafitta, destinata a diventare suora. Ma invece di entrare in convento, Silva ha imparato a leggere e scrivere e da allora non si è più fermata: è diventata ecologista (grazie all’incontro decisivo con Chico Mendes) e sindacalista, consigliere comunale a Rio Branco e senatrice per lo stato di Acre.
La prima esperienza al Ministério do Meio Ambiente non è finita bene: si è scontrata con i colleghi del governo perché la lotta contro lo sfruttamento del territorio e la difesa dei diritti degli abitanti della foresta andava contro gli interessi economici in ballo in Brasile. Così nel 2008 sono arrivate le dimissioni, ufficialmente a causa delle “difficoltà affrontate per dare continuità all’agenda ambientale del dicastero” e delle “crescenti resistenze incontrate”.
Dopo essere stata candidata due volte senza successo alla presidenza della repubblica con i Verdi, Silva ha annunciato il progetto politico Rede Sustentabilidade. Ma c’è voluto il ritorno di Lula, al quale si è riavvicinata appianando quella che sembrava una frattura insanabile, per farla rientrare all’Esplanada dos Ministérios. Con la vittoria alle elezioni presidenziali del 2022, Silva potrà finalmente attuare il suo piano strategico di deforestazione zero.
Silva ritiene senza mezzi termini che Jair Bolsonaro sia il responsabile della crisi in Amazzonia. I mercati finanziari, la ricca borghesia, i militari e l’agribusiness hanno spinto al governo il “capitano” per scongiurare un’eventuale vittoria della sinistra ambientalista e anti-capitalista con Haddad. Grazie al trionfo di Lula, al suo terzo mandato, il bolsonarismo si è andato frammentando e la tutela dell’Amazzonia, la protezione della biodiversità e il miglioramento della qualità di vita delle popolazioni che vivono nella foresta sono tornati al centro dell’agenda politica.
La ricetta di Marina Silva punta su stringenti limitazioni al disboscamento e sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi. Il Brasile promuoverà la collaborazione con Colombia, Guyana, Perù e Venezuela per uno sviluppo sostenibile nella regione amazzonica e per mettere in sicurezza flora e fauna della foresta pluviale. Un’inversione totale di tendenza rispetto alle politiche di Bolsonaro, pronto a sacrificare gli ecosistemi locali per aumentare le aree coltivabili. Per la ministra occorre oltrepassare la falsa contrapposizione tra sviluppo e protezione dell’ambiente.
Marina Silva, Lula e il clima come priorità di governo
“Non c’è sicurezza planetaria senza un’Amazzonia protetta – ha spiegato Lula alla Cop27 –. Faremo tutto il necessario per avere zero deforestazione e degrado dei nostri biomi. Per questo motivo, vorrei annunciare che gli sforzi per combattere il cambiamento climatico avranno la massima priorità nel mio governo. Invertiremo i danni fatti negli ultimi anni dal precedente esecutivo”.
La prima mossa del PPCDAM, il programma del Ministero che ha ridotto la deforestazione dell’Amazzonia dell’80% nell’ultimo decennio, è ampliare l’azione nella Foresta atlantica, nel Cerrado, nella Caatinga, nella Pampa e nel Pantanal. Inoltre, è stato ristabilito il Fundo Amazônia, un fondo che sostiene azioni di prevenzione, monitoraggio e contrasto alla deforestazione in Brasile e negli altri Paesi tropicali.
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ultimo aggiornamento: 7 Febbraio 2023 18:00