Il commercio al dettaglio è in flessione costante: dinanzi allo strapotere delle piattaforme, ci sono modi creativi e strategici per non venire schiacciati.
Amazon e Zalando, eBay e Rakuten, Shein e Temu, Zappos e Flipkart: per i negozi di vicinato sembra esserci poco da fare davanti allo strapotere dei giganti dell’e-commerce, imperi favoriti dalla pandemia con centinaia di migliaia di dipendenti e fatturati che superano le centinaia di milioni di dollari. Eppure, nonostante il commercio al dettaglio sia in costante flessione, una soluzione per le piccole attività c’è.
Negozi di vicinato: come combattere l’e-commerce
Federico Faloci, il co-fondatore della società di consulenza Wave Marketing, ha elaborato un vademecum in cinque azioni cruciali per risollevare il tessuto imprenditoriale italiano, composto per il 90% da piccole e medie imprese. Il primo consiglio è analizzare i punti di forza della propria attività e alzare l’asticella dell’esperienza d’acquisto: i negozi devono essere capaci di fidelizzare il consumatore e convincerlo di possedere un servizio affidabile, veloce e sicuro come quello delle piattaforme online.
Il secondo punto, strettamente legato al primo, è appunto cambiare mentalità. “Per il negoziante di quartiere, la vera forza sulla quale investire non è il cliente di passaggio, ma il cliente fidelizzato”, spiega Faloci. Terzo consiglio fondamentale è identificare il target: l’imprenditore deve avere un piano marketing coerente e strutturato, improntato sugli strumenti digitali. È importante aumentare la visibilità sui social per far conoscere l’attività sul territorio, ma senza rincorrere i like e i follower ad ogni costo.
Una volta individuato il target e intercettato il cliente, il quarto consiglio è sviluppare i piani marketing verticali. Questa mossa serve ad accrescere la fidelizzazione e i meccanismi di conversione, con un conseguente aumento delle vendite. “Per ogni categoria merceologica lo schema è diverso e va studiato ad hoc, ma tutte le attività marketing impiegate devono essere chiare e misurabili in termini di ROI (il ritorno sull’investimento, ndr)”, chiarisce Faloci.
Il quinto e ultimo punto che permette alle attività di quartiere, anche di piccolissime dimensioni, di non essere schiacciate dalla forza dei big dell’e-commerce, è fare rete. I casi di studio delle Pmi vincenti sono quelli di aziende che valorizzano la propria specializzazione generando sinergie e opportunità di collaborazione tra vicini. È un classico: l’unione fa la forza, specie se di fronte c’è lo strapotere delle piattaforme che strangola i negozi di prossimità.
I 5 consigli per i negozi di prossimità
I negozi di vicinato rischiano ogni giorno di non riaprire più le saracinesche, mentre le multinazionali incrementano fino al 200% i loro introiti, nella maggior parte dei casi senza nemmeno pagare le tasse in Italia. Un metodo efficace per stabilire contatti produttivi è lanciare programmi di fedeltà condivisi che aiutano ad incentivare i clienti a fare acquisti più frequenti, accumulando punti o ricevendo sconti presso qualsiasi negozio che appartiene alla rete.
Il fallimento di un esercente significa la crisi dell’intero territorio di appartenenza e della sua socialità. Dalle collaborazioni e dalla progettazione partecipata è necessario ripartire per limitare il business di Big Tech. “Se è vero, quindi, che l’e-commerce ha trasformato il modo in cui acquistiamo, c’è una certezza che gioca a favore dei negozi fisici: l’acquisto online non è in grado di offrire il tocco umano e la connessione con la nostra comunità, fattori che rappresentano un innegabile valore aggiunto”, conclude Federico Faloci.
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ultimo aggiornamento: 18-08-2024