Compiuti i primi passi nel dicembre 2021 la normativa europea per la ristrutturazione delle case si è fermata: la posizione dell’Italia.
A dicembre 2021 Bruxelles aveva lanciato l’allarme sulle case con i più alti consumi energetici annunciando una stretta. Nello specifico si chiama “Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia” e si tratta di un pacchetto di revisione di alcune norme con cui l’Unione europea vorrebbe incentivare la ristrutturazione delle case esistenti e la costruzione di nuove strutture per ridurre i consumi energetici, e di conseguenza anche i costi delle bollette, del settore immobiliare di 27 Stati membri.
Il progetto della normativa europea sulla ristrutturazione delle case
Lo scopo del progetto europeo è quello di abbattere le emissioni di CO2 e la proposta ha iniziato il suo iter circa un anno fa. Il percorso procede a rilento e diversi governi, come quello italiano e quello polacco, hanno già portato il progetto nel nulla. Alla fine del 2021 circolava la notizia secondo la quale l’Unione europea avrebbe preparato una legge per vietare la vendita o la messa in affitto delle case con classe energetica G, la più bassa, dal 2030. Il divieto in questione però non è mai stato né normalizzato né tantomeno entrato in vigore. La corsa alla maxi ristrutturazione, visto che un edificio su tre in Italia ha questa classe energetica, al momento non ci sarà.
La proposta europea nel dettaglio
La proposta dettagliata a favore di altre fonti di energia su cui è partito l’iter in realtà non prevede nessun allarmismo o corsa a maxi ristrutturazioni. La Commissione ha invece fissato alcuni target minimi che devono essere raggiunti nei singoli Stati membri. Tra questi c’è il progetto di rinnovare almeno il 15% del patrimonio edilizio che presenta una classe G portandolo almeno al livello F. Questo target andrebbe raggiunto entro gennaio 2027 per gli edifici non residenziali ed entro l’1 maggio 2030 per quelli residenziali. Non sono previste sanzioni nell’attuale proposta ma dovrebbero essere i singoli Stati membri dell’Unione Europea a spingere alle ristrutturazioni.
La coalizione della flessibilità
Il Consiglio europeo ha già annacquato le parti del testo più apprezzate da ecologisti e costruttori. Infatti a ottobre il gruppo di Paesi della “coalizione della flessibilità”, guidato da Italia e Polonia, ha presentato la sua controproposta che elimina il target per gli edifici residenziali. Ovvero decade l’obbligo di ristrutturare almeno il 15% delle case con classe G entro il 2030. Al posto della proposta iniziale questo gruppo di Stati chiede che ogni Paese fissi una linea nazionale in base al proprio parco immobiliare per renderlo entro il 2050 a emissioni zero. L’impegno, inoltre, è che entro il 2033 la media dei consumi di energia primaria dei singoli parchi immobiliari equivalga alla classe energetica D. Nessuna percentuale da attenzionare, si guarderà al consumo complessivo delle case.
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ultimo aggiornamento: 30-01-2023