Michele Sofisti e Andrea Chiesi sono i due imprenditori italiani che hanno scommesso su questo modello di business sostenibile e responsabile.
Nzatu, ovvero nostro perché condiviso: è il nome della startup che sta rivoluzionando il mondo del caffè con il progetto Njuki, parola che nelle lingue africane significa miele. L’azienda, nata da un’idea delle sorelle Gwen e Denise Jones dello Zambia, vuole sostenere lo sviluppo delle comunità locali e creare un sistema economico sostenibile e di lunga durata attraverso l’agricoltura rigenerativa. Dentro un progetto così ambizioso c’è anche un po’ d’Italia.
Nzatu, caffè e miele dall’Africa al mondo
Tra i fondatori di Nzatu ci sono due imprenditori originari di Parma: il creatore di Sofos Management Michele Sofisti (nato a Bormio ma cresciuto tra Parma e Cosenza) e l’industriale del settore farmaceutico Andrea Chiesi del gruppo Chiesi Farmaceutici. Sofisti e Chiesi hanno incontrato le sorelle Jones e si sono lanciati in un’avventura che sta suscitando grande interesse. Nell’advisory board di Nzatu c’è un vero esperto italiano di rapporti con l’Africa: il diplomatico Giuseppe Mistretta, ex ambasciatore in Angola e in Etiopia.
La startup fa da ponte di collegamento tra i coltivatori locali e i consumatori internazionali. L’obiettivo è preservare la biodiversità dei territori e alternare la coltivazione del caffè all’apicoltura, praticata nei periodi di ripresa vegetativa della pianta per garantire introiti ai braccianti africani in ogni periodo dell’anno.
È parmense anche Artcafè, l’azienda di torrefazione artigianale che distribuisce il caffè Njuki in Italia e in Europa. Ma la dimensione di Nzatu è davvero internazionale: il quartiere generale è in Svizzera e due filiali sono in Sudafrica e in Zambia. Ad oggi sono coinvolti 60mila coltivatori e coltivatrici di 15 Paesi africani e chiusi accordi di collaborazione con le principali insegne della grande distribuzione organizzata.
Nzatu non fa parte del circuito delle multinazionali: vuole fornire una tonnellata di caffè Njuki al mese direttamente ai supermercati. Il passaggio successivo sarà garantire il tracciamento e la certificazione delle coltivazioni. Oltre al caffè e al miele l’azienda produce cacao e grani antichi e in ogni Paese africano una quota dei ricavi dalle vendite è destinata a progetti di istruzione e conservazione della fauna selvatica.
Njuki, il caffè pronto a conquistare il mondo
“Posizionato su una fascia di mercato medio-alta, Njuki avrà un prezzo nella media dei prodotti di elevata qualità – spiega Luca Montagna, fondatore e amministratore di Artcafè –. Stiamo parlando di un caffè che non solo rispetta standard qualitativi molto alti: incarna anche un modello di business sostenibile e responsabile”.
Il piano di espansione globale di Nzatu prevede di portare il fatturato del brand tra i 5 e i 10 milioni di euro entro due anni, puntando sullo sbarco in Europa, Stati Uniti e Asia. La distribuzione negli States sarà affidata alla piattaforma online Urban Afrique, mentre per entrare nel mercato asiatico è prevista l’apertura di una sede a Hong Kong.
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ultimo aggiornamento: 21 Ottobre 2024 15:21