Il pilota di Frecce Tricolori è una particolare figura dell’Aeronautica militare. Scopriamo come lo si diventa e quali sono gli stipendi.
Durante la Festa della Liberazione del 2 giugno avrà luogo l’esibizione, nei cieli sopra Roma, delle cosiddette Frecce Tricolori. Rispetto agli altri anni, tuttavia, al 74esimo anniversario della Repubblica Italiana mancherà la tradizionale parata militare nei Fori Imperiali: l’emergenza sanitaria ancora in corso, infatti, impedisce la formazione di assembramenti. I piloti con le loro leggendarie Frecce, invece, stanno già attraversando in volo tutta la penisola, e il loro viaggio si concluderà a Roma nella data ufficiale della celebrazione per la Repubblica.
Quanto guadagna un pilota di Frecce Tricolori?
La retribuzione per questo tipo di lavoro non è fissa, ma viene stabilita in base all’esperienza, al grado di appartenenza e alla specificità del ruolo. Insomma, esattamente quello che avviene per un qualsiasi pilota dell’Aeronautica militare italiana.
Indicativamente, il punto di partenza è lo stipendio base di un allievo al primo anno di servizio, ovvero di quasi 800 euro lordi al mese. Col passare degli anni e la scalata nelle gerarchie dell’esercito ovviamente le cose cambiano: il sottotenente percepirebbe 1900 euro mensili, il tenente circa 2000, il capitano 2100 e infine il Maggiore può arrivare sino a un massimo lordo di 2160 euro.
Come si diventa pilota di Frecce Tricolori?
La singolare figura del pilota di Frecce Tricolori appartiene alla PAN (Pattuglia Acrobatica Nazionale), uno dei gruppi di addestramento dell’Aeronautica militare italiana. Il corpo speciale di cui fanno parte questi piloti ha sede nella città di Rivolto (Udine) ed è nato nel 1961.
Per arrivare a svolgere questo mestiere tanto affascinante la gavetta è molto lunga e faticosa. Bisogna attraversare i vari ranghi di ogni reparto dell’Aeronautica ed accumulare almeno 10 anni di lavoro nelle Forze armate.
Soltanto i più validi e talentuosi potranno alla fine accedere al reparto acrobatico. Uno dei requisiti fondamentali è quello di aver effettuato, nella propria carriera, almeno 1000 ore complessive di volo aereo.
Una volta superata la prima fase, al pilota tocca una formazione iniziale della durata di almeno 12 mesi. Nella prima parte dell’addestramento l’aspirante pilota partecipa ai voli soltanto da osservatore. Soltanto nella seconda parte della formazione sono previste 120 ore di volo vero e proprio, distribuite nell’arco di circa 6 mesi.
Riproduzione riservata © 2024 - LEO
ultimo aggiornamento: 02-06-2021