Dopo Spagna, Cina e Danimarca, anche New York adotta il sistema di raccolta differenziata messo a punto in Italia: cassonetti intelligenti e sacchetti in bioplastica.

In Italia la raccolta dell’umido e dei materiali compostabili tocca percentuali molto alte. Lo smaltimento è diventato un vero e proprio sistema esportato in tutto il mondo. Dopo le amministrazioni di diverse città della Spagna e della Cina e della capitale danese Copenaghen, anche il sindaco di New York ha annunciato di voler adottare il modello e le tecnologie italiane per la raccolta dei rifiuti organici.

Raccolta umido, modello italiano arriva a New York

Eric Leroy Adams ha deciso di espandere a tutta la metropoli il progetto pilota sperimentato per un anno nel Queens. A New York verranno introdotti 250 cassonetti intelligenti, destinati a diventare presto 400. Gli smart bins, nati nel 2012 al Politecnico di Milano, serviranno per il conferimento sia degli scarti di cibo che di tutti i materiali compostabili. La raccolta a domicilio avviene a partire dai sacchetti in bioplastica che rendono più facile la gestione dell’organico.

I risultati testati nel Queens, uno dei quartieri più difficili di New York, hanno dimostrato che il modello italiano di raccolta dell’umido funziona. Questa modalità operativa ha consentito di triplicare il materiale raccolto a un costo di un terzo inferiore rispetto a quello medio dei precedenti sistemi.

Un cassonetto intelligente
Un cassonetto intelligente

I rifiuti organici rappresentano tra il 30 e il 40% del totale dei rifiuti domestici. Per New York è cruciale abbattere la raccolta su questo fronte: la Grande Mela vuole raggiungere l’obiettivo zero rifiuti entro il 2030.

Mi auguro che il progetto della raccolta dell’umido a New York, nella sua complessità, vada in porto, nelle parole del sindaco emerge grande determinazione e volontà di proseguire seguendo proprio il modello italiano”, dichiara Marco Versari, il presidente di Biorepack, il Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile.

Bioplastiche compostabili, i numeri di un successo

L’uso dei sacchetti compostabili italiani in una metropoli come New York, è l’ennesima testimonianza dell’eccellente lavoro delle imprese che investono in tecnologie e ricerca. L’Italia vanta la filiera più organizzata ed efficace nel riciclo dell’organico (più della metà della frazione organica che c’è in Europa) e un settore come quello delle aziende delle bioplastiche in pieno sviluppo.

La fotografia del comparto arriva dall’ultimo Rapporto sulla filiera italiana delle bioplastiche compostabili. Nel 2022 si contano 271 aziende, un volume di 127.950 tonnellate di manufatti compostabili prodotti (+2,1% rispetto al 2021) e un fatturato complessivo di 1.168 milioni di euro. I tassi di crescita annuali sono più che lusinghieri, così come le attività di riciclo: quello organico delle bioplastiche compostabili raggiunge il 60,7% dell’immesso al consumo, superando con otto anni d’anticipo l’obiettivo del 55% fissato per il 2030.

Riproduzione riservata © 2024 - LEO

ultimo aggiornamento: 22-10-2023


La cucina italiana nel mondo fa numeri da record: oggi vale 228 miliardi di euro

Google compie 25 anni: la storia e qualche curiosità sul gigante delle ricerche online