Francesca Corrado è la fondatrice del centro di formazione che incoraggia a imparare dagli errori e trasformarli in opportunità.
L’errore è un atto di innovazione e il paradosso del successo è che è intessuto di sconfitte: sono alcune massime che hanno ispirato la Scuola di fallimento, il primo istituto in Italia che insegna l’arte dell’insuccesso. Dietro questa singolare scuola nata a Modena c’è la fondatrice Francesca Corrado, imprenditrice con un passato da pallavolista, docente universitaria e vicepresidente di una start-up.
Scuola di fallimento: cos’è e come funziona
“L’idea è nata dalla mia percezione di errore e fallimento – racconta Corrado –, dal mio inutile tentativo di agire inseguendo la perfezione e, soprattutto, dalle lezioni che la vita mi ha offerto”. Lo studio della mente e degli errori è il frutto di un episodio personale: la condizione di suo padre, malato di Alzheimer. “Proprio quella malattia mi ha aiutata a capire che stavo osservando la mia vita da un’angolazione sbagliata – spiega – e così è nato il desiderio di rimettere in discussione le mie certezze”.
L’obiettivo della scuola è costruire in Italia una sana cultura del fallimento. L’istituto fornisce agli iscritti un metodo per analizzare gli errori da più angolazioni e trasformarli in opportunità. Da centro di formazione si allarga alle scuole e alle università pubbliche e private, fino a raggiungere il mondo dell’impresa e i NEET, quel bacino di giovani che non studiano né lavorano. I destinatari sono infatti studenti, insegnanti, genitori, professionisti e disoccupati.
I percorsi principali della Scuola di fallimento sono due: il Ciclo dell’errore, per aumentare il grado di accettazione dell’errore e sviluppare competenze trasversali, e il Ciclo della scelta, per allenare lo sviluppo di una mentalità anti-fragile e l’assunzione di decisioni responsabili e consapevoli. All’offerta didattica si aggiungono corsi singoli ed eventi in convention, workshop e collaborazioni.
Il proposito della Scuola di fallimento per il futuro è ampliare l’offerta formativa sia online che in presenza. In particolare in collaborazione con il sistema scolastico italiano, “per insegnare fin dalla tenera età il valore dell’errore come elemento fondamentale del processo di crescita”. “L’impressione andando nelle scuole – rivela Corrado – è che si sia abbassata l’età entro cui lo sbaglio non è ammesso. Alle elementari, per esempio, a volte non è più tollerato colorare fuori dai bordi. I bimbi non sono tutti Picasso”.
Scuola di fallimento, Francesca Corrado e il gioco
“Ho imparato a mie spese che le buone intenzioni di fare meglio non bastano – conclude Corrado –. Occorre essere onesti con sé stessi, togliersi le maschere dei ruoli e delle etichette sociali e chiedersi chi si è e chi si vuole essere. Guardando in faccia la realtà: se avevo sbagliato era anche colpa mia. E allora quali errori erano dipesi da me? Quali le variabili sotto il mio controllo? Che schemi mentali mi portavano a vivere sempre le stesse frustranti situazioni? Eh sì fallire fa maledettamente schifo, ma forse è un modo dirompente per aiutarci a capire che stiamo andando fuori rotta”.
Anche l’approccio della Scuola di fallimento nella sua formazione in contesti scolastici, universitari e aziendali è innovativo: l’istruzione del centro utilizza le potenzialità del gioco. Corrado è l’animatrice di Play Res, un’associazione culturale che promuove il gioco e la teoria dei giochi per “svelare con sempre maggior chiarezza ed incisività che l’attività ludica può essere fonte di riflessione personale”.
Riproduzione riservata © 2024 - LEO
ultimo aggiornamento: 12 Febbraio 2024 17:33