Lunga 15 metri e alta quasi 2, con quattro filari di blocchi complessivi, la scoperta archeologica ha un’importanza storica cruciale.

Importante scoperta archeologica nel Parco di Selinunte: è stato ritrovato uno dei due porti di Megara Hyblaea, una delle più antiche colonie greche in Sicilia. La città fu rasa al suolo nel 483 a.C. dal tiranno Gelone e riprese a vivere tra il IV e il III secolo, quando venne assoggettata dai romani e divenne un rilevante centro di traffici commerciali fino all’età bizantina.

Selinunte, ritrovato porto di Megara Hyblaea

La struttura ritrovata nel Parco di Selinunte, l’area archeologica più grande d’Europa, è lunga 15 metri e alta circa 1,80. È composta da quattro filari di blocchi. Il posizionamento è a poca distanza da quella che doveva essere la darsena collegata al mare, a un centinaio di metri dalla riva attuale. La scoperta è stata del tutto casuale.

Alcuni operai stavano svolgendo lavori di disboscamento e ripristino del Vallone del Gorgo Cottone, alla foce del fiume lungo la riva occidentale, quando si sono imbattuti nell’angolo di un blocco. Il resto era sepolto sotto un massiccio strato di sabbia e vegetazione, ammassata nel dopoguerra durante la sistemazione della zona dell’acropoli.

Il tempio di Selinunte
Il tempio di Selinunte

Uno dei due porti di Megara Hyblaea fu distrutto o sommerso in epoca lontana, tanto che nei documenti dei ricercatori di quel periodo non c’è traccia di questo tipo di architettura. L’ipotesi degli studiosi è che potesse trattarsi delle pareti di una darsena per le barche oppure di una struttura di contenimento sul fiume.

Linda Adorno, l’archeologa responsabile della sorveglianza dei lavori e collaboratrice scientifica dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, è stata assistita negli scavi dalla collega Melanie Jonasch che era in missione in zona per un altro progetto. Al primo intervento ha partecipato anche un gruppo di studenti dell’Università di Palermo.

Parco di Selinunte continua a regalare sorprese

La collaborazione tra le diverse realtà presenti sul territorio ha portato alla luce la facciata della struttura nella sua intera larghezza. Secondo gli archeologi, il posizionamento sulla sponda occidentale del Gorgo Cottone indicherebbe un collegamento con il traffico navale del porto orientale.

Il ritrovamento di Selinunte è ora oggetto di studi da parte degli specialisti dell’Università di Bochum. Quel che è certo è che, essendo perfettamente in linea con la rete stradale del sistema meridionale, la struttura era una parte integrante dell’impianto urbano dell’antica città di età ellenistica. Ma bisognerà attendere i risultati di nuove ricerche per definirne con più esattezza la forma e la funzione.

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ultimo aggiornamento: 31-07-2023


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