La Spagna si impegna contro lo spreco alimentare: dal 2023 le realtà della filiera rischiano di essere multate in caso di cibo buttato.

Nonostante il periodo difficile che il mondo intero sta vivendo, tra crisi economica, virus, disoccupazione, cambiamenti climatici e guerre, lo spreco alimentare non accenna a diminuire. I numeri parlano chiaro: secondo la Food and Agricolture Organization (FAO) ogni anno si buttano tra i 1,3 e i 1,6 miliardi di tonnellate di cibo ancora commestibile. Si tratta di un terzo di quello prodotto, per un valore di circa 1,2 trilioni di dollari. Ad incidere sono soprattutto i Paesi più sviluppati appartenenti ad Europa e Stati Uniti. Per questo la Spagna ha deciso di agire concretamente.

Il disegno di legge sullo spreco alimentare in Spagna

A giugno il governo del presidente Pedro Sanchez ha approvato un disegno di legge che prevede multe da 2 a 60 mila euro, che possono arrivare anche a 500 mila per le trasgressioni più gravi, per i commercianti della ristorazione, esercizi commerciali e in generale tutte le attività collegate al settore alimentare che non rispetteranno la nuova norma. Ma non finisce qui, infatti tutti i protagonisti della filiera alimentare dovranno presentare periodici piani di efficienza contro gli sprechi. Qualora la legge venisse approvata dal Parlamento dovrebbe entrare in vigore nel 2023. Bar, ristoranti, supermercati, ecc dovranno donare il cibo invenduto, e quello apparentemente brutto ma ancora buona da mangiare, ad enti, Ong e banchi alimentari.

Scarti di cibo
Scarti di cibo

Infine la legge prevede inoltre che le aziende del settore agroalimentare avviino percorsi volti al raggiungimento di un sistema zero waste. Anche gli alimenti non più adatti al consumo dell’uomo non dovranno essere sprecati. Il cibo scaduto dovrà essere utilizzato per gli animali, qualora fosse possibile, o per la produzione di fertilizzanti o biocarburanti.

Le previsioni allarmanti e l’esempio della Francia

I pronostici sullo spreco, e sulle sue conseguenze, sono allarmanti! Se tutti i Paesi non attueranno misure decisive volte a limitare lo spreco quest’ultimo è destinato a crescere. Si stima che nel 2030 potrebbe aumentare del 40% e superare i 2 miliardi di tonnellate. Per quanto riguarda l’Europa lo Stato che ha adottato ad oggi le politiche più incisive è la Francia che già nel lontano 2013 si era posta obiettivi virtuosi da attuare entro il 2025. Qui i commercianti del settore alimentare, compresi supermercati e ristorazione, devono rispettare una serie di norme che li obbligano a donare i prodotti in scadenza. Nel 2016 è stata poi approvata, inoltre, la legge doggy bag che obbliga i ristoratori a dare ai clienti il cibo non consumato.

Anche l’Italia sembra muovere i passi giusti risultando come il Paese che spreca meno cibo grazie anche alla legge della family bag che permette ai clienti o alle realtà benefiche di portare via il cibo invenduto e, inoltre, offre un incentivo fiscale per aziende e agricoltori che donano il cibo in eccesso, invece di buttarlo, con una riduzione sulla tassa dei rifiuti.

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ultimo aggiornamento: 05-09-2022


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