Parte la sperimentazione di treni COVID-free di Ferrovie dello Stato per la tratta Milano-Roma. Ecco il loro funzionamento e cosa cambierà per i viaggiatori.

Da aprile sarà introdotta un’importante novità. Arriveranno, infatti, i treni COVID-free di Trenitalia. A comunicarlo, Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Ferrovie dello Stato. Ai passeggeri, dunque, sarà garantita maggiore sicurezza: chi salirà a bordo sarà sottoposto a tampone.

La sperimentazione sarà attuata, in un primo momento, sulla tratta Roma-Milano, anche se l’idea di base è quella di estendere il progetto anche alle tratte turistiche, in vista del periodo estivo.

Treni COVID-free: come funzionano e cosa cambia per il viaggiatore

Questa sperimentazione che porterà dei cambiamenti nel modo di viaggiare di italiani e turisti. I biglietti per la tratta in questione saranno disponibili nei prossimi giorni, visto che il servizio sarà disponibile a partire dal mese di aprile 2021.
Nei fatti, i passeggeri – prima di salire a bordo del convoglio – dovranno sottoporsi al tampone antigenico, definito “rapido“.

Treni COVID-free
Treni COVID-free

Per snellire le tempistiche di controllo, il viaggiatore dovrà arrivare nella stazione di partenza almeno un’ora prima dell’orario di partenza. In questo modo, potrà effettuare il tampone, supportato dalla Croce Rossa. Tutti i passeggeri dovranno sottoporsi al tampone, anche quelli guariti e/ vaccinati.

Se il viaggiatore risulta positivo al Coronavirus, gli sarà impedito di salire sul treno e sarà avvertita l’ASL di riferimento per iniziare il tracciamento e la relativa quarantena. Il prezzo del biglietto non andrà perduto, in quanto potrà essere nuovamente utilizzato appena il soggetto si sarà negativizzato.

L’Italia va verso il passaporto vaccinale?

Trenitalia non è la prima azienda ad avviare controlli dei passeggeri prima di salire a bordo dei convogli. Già Alitalia, infatti, a ottobre 2020, ha avviato un progetto simile su due collegamenti giornalieri tra Fiumicino e Linate, riservati a viaggiatori che si erano già sottoposti al tampone e che avevano avuto esito negativo.

Questi ultimi potevano comunicarlo al vettore con un apposito certificato. Inoltre, per chi non l’aveva fatto nelle 72 ore precedenti la partenza, poteva effettuarlo direttamente in aeroporto.

Seguendo questo modus operandi, si fa sempre più strada l’ipotesi di un passaporto vaccinale, in formato digitale che altri Paesi già hanno messo in atto, in primis la Cina, seguita anche da Stati Uniti e Israele che stanno sperimentando tale misura, anche se c’è da considerare una faccenda spinosa che ruota intorno all’argomento e che riguarda proprio la privacy dei cittadini.

L’Europa ne dibatterà nei prossimi mesi, tenendo conto anche della messa in atto del piano vaccinale anti-COVID-19, che coinvolgerà, pian piano, tutta la popolazione italiana.

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ultimo aggiornamento: 18-03-2021


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