Tutelare gli oceani, liberandoli dalla plastica: le possibili soluzioni

Molta della plastica che utilizziamo finisce, inevitabilmente, nelle acque degli oceani di tutto il mondo e, secondo i dati Eurostat 2023, una persona produce ben mezzo chilo di plastica al giorno. Considerando gli ultimi vent’anni, inoltre, il consumo di questo materiale è incrementato dell’80%, tanto da aver creato, nel corso del tempo, un’Isola di Plastica, definita, in inglese, con il nome Great Pacific Garbage Patch. Si possono attuare – però – delle soluzioni utili a controllare l’inquinamento da plastica, in modo da contrastare questo pericolosa deriva.

Inquinamento da plastica degli oceani, un problema da affrontare

Le acque degli oceani fagocitano sempre più plastica e – per questo motivo – è necessario attuare delle soluzioni atte a tutelare l’ecosistema marino.

Negli ultimi anni, in tal senso, le Nazioni Unite hanno imposto il divieto di commercializzazione di oggetti monouso in plastica, in modo da sostituirli con oggetti realizzati in carta. Tra questi, possiamo sicuramente annoverare i piatti, le posate e i bicchieri che, negli ultimi tempi, troviamo, ad esempio, sulle tavole di ristoranti e fast food.

Tra le varie iniziative che possono fungere da importante soluzione per contrastare questo grave problema, possiamo menzionare Ocean Clean up, sostenuta dall’ONU.

Ocean Clean Up, una soluzione per ripulire le acque

Tale associazione no profit ripulisce le acque degli oceani, agendo in due diversi modi: da un lato, riduce l’afflusso dei rifiuti provenienti dai fiumi più inquinati del mondo e, dall’altro, dall’altro, ripulisce l’isola di plastica.

Ad oggi, dunque, di Ocean Clean Up ha liberato le acque degli oceani mondiali da ben 10 milioni di chilogrammi di plastica.

Un altro importante strumento per tutelare l’ecosistema degli oceani è il riciclaggio della plastica che richiede meno energia e produce meno emissioni di CO2 due nell’atmosfera.