Tignanello: cos’è, come si produce e quando bisogna bere il vino italiano che ha fatto impazzire la Duchessa di Sussex.
Il Tignanello è uno dei vini più rinomati al mondo, un’icona del vino toscano e italiano. Prodotta dalla celebre azienda vinicola Antinori, questa etichetta ha raggiunto una fama mondiale grazie alla sua alta qualità e alla sua particolare storia. Il Tignanello è stato il primo “Supertuscan”, un vino rosso toscano che ha sfidato le regole del Chianti Classico DOCG e ha inaugurato una nuova era nel mondo dei vini italiani. Questo vino ha una lunga tradizione e una storia molto interessante, che ha contribuito a creare una leggenda intorno alla sua produzione e alla sua degustazione. Non a caso, ha conquistato il cuore di moltissime persone in tutto il mondo, compresa Meghan Markle, duchessa di Sussex, che si è fatta ispirare da questo vino per il nome del suo blog. In questo articolo scopriremo la storia, il territorio, il processo di produzione e le caratteristiche organolettiche del Tignanello, alla scoperta di uno dei vini italiani più apprezzati e amati al mondo.
Che vino è il Tignanello?
Il Tignanello è un vino italiano prodotto esclusivamente in Toscana. È il più famoso di una gamma di “Supertuscan” prodotti dal 1975 ed è il risultato di una joint venture tra la famiglia Antinori e il loro partner locale, Renzo Cotarella. I principali vitigni utilizzati nella produzione del Tignanello sono Sangiovese (80%), Cabernet Sauvignon (15%) e Cabernet Franc (5%). La combinazione del fascino del vecchio mondo con l’influenza del nuovo mondo ha portato a un vino con complessità, carattere e distinzione che ha contribuito a definire questa categoria di vini.
Vendemmia dopo vendemmia, si possono trovare sapori coerenti che offrono un rovere ben integrato, insieme a potenza, ricchezza, tannini e grande potenziale di invecchiamento. La sua maturazione avviene per oltre sedici mesi in barriques francesi accuratamente selezionate prima dell’imbottigliamento non raffinato e non filtrato. L’unicità alla base della produzione deriva dalla co-fermentazione del sangiovese con uve cabernet sauvignon, una pratica insolita per le tenute italiane all’epoca in cui fu prodotto per la prima volta. Questa mossa audace dell’enologo Marchese Piero Antinori ha inaugurato quelli che sarebbero diventati noti come vini “Supertoscani”.
Quando bere questo vino?
Abbiamo visto che tipo di vino è un Tignanello. Ma qual è il momento migliore per berne un calice? Dipende dai nostri gusti. Per coloro che preferiscono tannini più giovani e freschi con livelli di acidità più elevati, l’ideale è bere il Tignanello quando è giovane (tipicamente 2-4 anni dopo l’imbottigliamento). Questo permetterà di sperimentare i suoi audaci sapori di frutta e i suoi tannini succosi prima che diventino troppo addolciti con l’età.
Per coloro che amano i vini più maturi, tuttavia, attendere 5 o più anni dopo l’imbottigliamento farà emergere sfumature più profonde nel vino come note di foglia di tabacco, cuoio, tartufo e funghi. I tannini saranno diventati più morbidi ma ancora piuttosto fragranti mentre l’acidità continua a dare complessità unita a una ricca sensazione in bocca che esalta ulteriormente questa piacevole esperienza.
Con cosa abbinare, invece, questo vino? Il suo punto di forza è la diversità che offre: si abbina meravigliosamente a piatti ricchi ma delicati che presentano note di erbe o spezie; il suo gusto è sfumato e si abbina ottimamente sia alla carne che al pesce, oltre che alle verdure.
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ultimo aggiornamento: 23 Marzo 2023 15:42