Vai al contenuto

Come funziona l’assegno unico senza Isee: requisiti, modalità, pro e contro

bambina genitori famiglia

Come funziona l’assegno unico senza Isee? Vediamo quali sono le differenze con l’incentivo che si ottiene con la dichiarazione reddituale.

Dallo scorso mese di marzo del 2022, i nuclei familiari con minori a carico possono fare domanda per l’assegno unico senza Isee. Si tratta sempre di una misura volta ad aiutare le famiglie con figli, ma ci sono differenze sostanziali con l’incentivo che si ottiene con la dichiarazione reddituale: vediamo i pro e i contro.

Assegno unico senza Isee: come funziona?

L’assegno unico senza Isee, entrato in vigore l’1 marzo del 2022, prevede un contributo standard alle famiglie con figli a carico senza la necessità di presentare la propria dichiarazione reddituale. Si tratta di una misura che il Governo ha pensato come aiuto per tutti i nuclei familiari con pargoli dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni di età. L’incentivo rientra nel cosiddetto Family Act, un insieme di norme volte a sostenere la genitorialità, garantendo alle mamme e ai papà la conciliazione del lavoro con il ménage familiare.

A differenza dell’assegno unico che si ottiene dietro presentazione dell’Isee, questo contributo è fisso. Questo significa che le famiglie che ne fanno richiesta otterranno la cifra minima di 50 euro al mese per ciascun figlio a carico. Pertanto, potrebbe essere molto più basso dell’incentivo a cui si allega la propria dichiarazione dei redditi.

E’ bene sottolineare, però, che l’assegno unico senza Isee può essere anche integrato in un secondo momento. A patto che la documentazione mancante venga realmente presentata, si può ottenere la cifra che realmente spetterebbe e non soltanto 50 euro. Il conguaglio, come chiarisce la circolare Inps n.23 del 9 febbraio, “verrà effettuato generalmente nelle mensilità di gennaio e febbraio di ogni anno successivo“.

Assegno con e senza Isee: pro e contro

L’assegno unico con Isee, per quel che riguarda il 2022/2023, va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 175 euro al mese per ogni figlio minorenne a carico. Dai 18 ai 21 anni, invece, la cifra va da 25 ad 85 euro. Quanti hanno un reddito inferiore a 15mila euro possono ambire alla cifra massima, mentre con un Isee superiore a 40mila euro si ottiene il minimo. Chiarito ciò, è chiaro che l’assegno unico senza dichiarazione reddituale non è conveniente, ma è certo. Ergo: meglio intascare una somma irrisoria piuttosto che nulla. Nel 2023, però, verrà introdotta una novità: l’Inps erogherà in automatico il contributo, ma solo a coloro che avranno comunicato la dichiarazione dei redditi. Di conseguenza, conviene presentare la domanda già integrata con la propria situazione economica.

Riproduzione riservata © 2024 - LEO

ultimo aggiornamento: 3 Ottobre 2022 17:11

Come impostare correttamente la temperatura dell’acqua calda per risparmiare sulla bolletta