Scoprire l’impronta ecologia dei cibi sul pianeta con etichette alimentari, applicazioni e certificazioni.
I prodotti che portiamo in tavola hanno un’impronta ecologica sul nostro pianeta. Per un consumo più consapevole, è importante tracciare il loro impatto sull’ambiente, mediante etichette alimentari, specifiche certificazioni e applicazioni.
Etichette alimentari, app e certificazioni per monitoraggio
Per un mondo più sostenibile, è importante essere maggiormente consapevoli delle scelte che si compiono, anche sul piano alimentare, al fine di tutelare l’ambiente che ci circonda. Pertanto, è essenziale tracciare l’impronta ecologica del cibo che portiamo in tavola, mediante etichette alimentari, applicazioni per i dispositivi mobili, nonché mediante certificazioni ad hoc.
Per fare ciò, è importante tener conto della filiera agro-alimentare, ossia il percorso che porta i prodotti sulle nostre tavole. Tale processo è compost da due fasi, ossia quella produttiva e quella distributiva.
La prima è legata alle aziende, allevatori e agricoltori che, nella pratica, realizzano il prodotto alimentare, la seconda, invece, riguarda gli attori che hanno il compito di immettere sul mercato nella grande distribuzione, ossia commercianti al dettagli e supermercati.
Per tali ragioni, vari governi europei hanno posto l’accento sulla realizzazione di etichette alimentari – ma anche certificazioni e app per dispositivi mobili – che permettano di tracciare la filiera e comprendere come i prodotti incidano sull’ecosistema.
La prima nazione che introdurrà le etichette alimentari è la Danimarca, che – secondo quanto comunicato – potrebbe introdurre tale novità entro la fine del 2022. Per mettere in atto tale manovra, il governo del paese scandinavo ha stanziato 1,2 milioni di euro: gli attori del settore agro-alimentare, però, non avranno l’obbligo di apporre tale etichetta sugli alimenti che producono.
In cosa consiste l’impronta ecologica
Al fine di comprendere l’impatto ambientale di un prodotto, è necessario considerare, in primis, l’impronta di carbonio, ossia le emissioni di gas prodotte dalla produzione e distribuzione del prodotto stesso. A questa si aggiunge anche l’impronta idrica, cioè quanta acqua viene consumata per la realizzazione degli alimenti.
In tal senso, è fondamentale sapere se quel prodotto è collegato all’eutrofizzazione, ossia quel processo di degenerazione delle acque a causa del massiccio utilizzo di sostanze fertilizzanti o l’acidificazione, che comporta l’assorbimento di anidride carbonica prodotta dalle attività di produzione degli alimenti da parte di mari e oceani.
Da considerare, inoltre, anche la superficie di suolo sfruttata per la produzione di uno specifico alimento e se incide, eventualmente, sul processo di deforestazione.
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ultimo aggiornamento: 26-11-2022