Cos’è, come si compila e a chi va inviata una lettera di dimissioni. Vediamo come procedere alle dimissioni volontarie.
Sei già un lavoratore dipendente ma hai ricevuto un’offerta di lavoro migliore? Vuoi metterti in proprio per dare inizio a una carriera imprenditoriale e per farlo hai bisogno di lasciare il tuo impiego corrente? Quello che ti occorre è redigere e recapitare nel modo corretto una lettera di dimissioni.
La lettera di dimissioni volontarie
Si tratta di un documento scritto ufficiale che serve al lavoratore per comunicare al datore di lavoro e agli enti competenti, in maniera chiara ed inequivocabile, la volontà di dimettersi dal proprio ruolo.
Come sappiamo, la legge garantisce il diritto dei lavoratori a recedere dal contratto di lavoro per qualunque ragione. Senza alcun obbligo di spiegare al proprio datore le motivazioni precise che lo hanno spinto a prendere tale decisione.
Fino a qualche tempo fa, chi aveva intenzione di dimettersi volontariamente dal proprio posto di lavoro doveva inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al datore di lavoro oppure, in alternativa, poteva decidere di consegnarla a mano.
In caso di consegna a mano, è auspicabile che il lavoratore dimissionario rediga la lettera di dimissioni in duplice copia. Una da lasciare al datore e l’altra da conservare per sé, una volta sottoscritta da parte del datore di lavoro, come prova di presa visione delle dimissioni. Oggi a questa modalità tradizionale si è aggiunta la consegna online delle dimissioni, come vedremo successivamente.
Lettera di dimissioni con preavviso
L’istituto del preavviso è previsto dall’articolo n. 2118 del Codice Civile al fine di garantire al datore di lavoro un tempo congruo per poter cercare un sostituto.
Stando a quanto previsto dai CCNL, le dimissioni iniziano a decorrere dal primo o dal sedicesimo giorno di ogni mese. Il lavoratore che vuole comunicare le proprie dimissioni, dunque, deve rispettare questi termini pena applicazione di una sanzione di ammontare commisurato alla retribuzione usuale percepita dal dipendente dimissionario.
Lettera di dimissioni senza preavviso
Nel caso di dimissioni supportate da giusta causa, non è necessario rispettare il preavviso. Stiamo parlando di tutti i casi in cui il motivo per il quale il lavoratore decide di dimettersi sono talmente gravi da non permettere la continuazione neppure temporaneamente.
Rientrano tra le giuste cause il mancato o ritardato pagamento della retribuzione o dei contributi, la condotta ingiuriosa o minacciosa del datore di lavoro verso il dipendente, richieste di prestazioni illecite al dipendente, pratiche di mobbing, molestie sessuali sul posto di lavoro, peggioramento delle condizioni lavorative, spostamento del dipendente in un’altra sede senza motivi validi.
Il dimissionario dovrà inserire nella lettera di dimissioni le giuste cause che ne motivano l’abbandono del lavoro, in modo da giustificare il mancato rispetto del preavviso.
Le dimissioni on line
A seguito dell’entrata in vigore della legge n. 188 del 2017 in materia di “modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie della lavoratrice e del lavoratore” e della successiva riforma, promulgata nel 2016 nell’ambito del Jobs Act, è diventato possibile velocizzare l’iter servendosi della modalità telematica.
Tale ultima riforma è nata allo scopo di contrastare la pratica illegale ma molto diffusa delle “dimissioni in bianco”. Questo fenomeno consiste nella redazione, al momento dell’assunzione, di un documento di dimissioni già firmate ma senza data che il datore di lavoro può utilizzare all’occorrenza invece di ricorrere alla procedura di licenziamento.
Ciò, come si capisce, rappresenta una grave lesione dei diritti di lavoratori e lavoratrici, penalizzando di fatto le categorie più deboli.
Da qui l’esigenza della procedura trasparente delle dimissioni per via telematica, che prevede l’utilizzo del portale web del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
È importante sottolineare che l’utilizzo dell’istituto delle dimissioni per via telematica è attualmente obbligatorio, a norma di legge, per tutte le categorie di lavoratori dipendenti del settore privato, pena invalidità della procedura.
Ci sono, tuttavia, alcune categorie di lavoratori che non sono soggette alla procedura di dimissioni per via telematica.
Fra questi ricordiamo: i dipendenti delle pubbliche amministrazioni; i lavoratori domestici, quelli che rendono le dimissioni nelle sedi conciliative e nelle Commissioni di certificazione, i lavoratori marittimi; coloro che hanno un contratto di tirocinio o collaborazione; i lavoratori durante il periodo di prova; le lavoratrici nel periodo di gravidanza.
In tutti i casi appena elencati, si può ancora utilizzare il tradizionale modello cartaceo, sempre controllando cosa prevede il CCNL di appartenenza.
Come inviare una lettera di dimissioni online
Per rassegnare le proprie dimissioni in via telematica, possiamo avvalerci del supporto di un ente abilitato come ad esempio un CAF, un patronato, qualunque organizzazione sindacale, un consulente del lavoro o un centro per l’impiego.
Oppure possiamo procedere da soli, accedendo al servizio online del Ministero del Lavoro. In questo caso, dobbiamo essere in possesso del PIN INPS Dispositivo oppure delle credenziali SPID.
Una volta effettuato l’accesso non dobbiamo far altro che accedere al succitato form online ed inserire i dati relativi al rapporto di lavoro a cui intendiamo rinunciare. Avremo 7 giorni, a partire dall’avvenuta comunicazione, per tornare sui nostri passi e revocare le dimissioni.
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ultimo aggiornamento: 27 Dicembre 2021 10:19