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Sovranità alimentare, altro che meme: ecco cos’è davvero e perché è importante

Cibo italiano

Il governo Meloni ha trasformato il Mipaaf nel Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare: ma cosa si intende esattamente per food sovereignty?

Dal 22 ottobre 2022 Giorgia Meloni è la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio dei ministri. Uno dei primi atti della leader di Fratelli d’Italia è stato quello di affidare a Francesco Lollobrigida (capogruppo del partito alla Camera e cognato della premier) il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Che però non ha più questo nome: la rinnovata denominazione è Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. Ma cosa si intende esattamente per sovranità alimentare?

Sovranità alimentare: significato e storia

Nonostante l’ironia che si è scatenata attorno a queste parole tra meme e battute social, il concetto di sovranità alimentare è serio ed estremamente importante, esiste da almeno 25 anni e non ha nulla a che vedere col cosiddetto sovranismo. Tanto meno con l’autarchia, ovvero l’autosufficienza economica che alcuni governi perseguono producendo sul territorio nazionale tutti i beni che si consumano e limitando al massimo (o annullando completamente) gli scambi con l’estero.

La sovranità alimentare è un modello diverso di gestione degli alimenti, una politica che unisce dimensione globale e locale e si fonda sulla circolarità di produzione e consumo, la sostenibilità ambientale e il rispetto di lavoratrici e lavoratori. Alla base della sovranità alimentare c’è un punto fermo: gli alimenti non devono essere mercificati, le aziende del settore devono puntare alla qualità e non alla massimizzazione dei profitti.

Un tagliere con cibo italiano
La souveraineté alimentaire italiana è una scelta già avvenuta in Francia

Filiera corta, valorizzazione delle realtà locali e delle tradizioni nostrane, stop agli sprechi, consumo consapevole e stagionale, riduzione continua della distanza tra produttori, fornitori e consumatori: questa è la sovranità alimentare. In una fase difficile in cui l’economia circolare non decolla fra carenze e aumenti continui, la missione che questo approccio porta con sé è affrontare la crisi alimentare con accordi trasparenti e cambiamenti sostanziali nel commercio del cibo.

D’altronde la food sovereignty non è certo nata ieri. Il termine è stato introdotto per la prima volta nel 1996 in Messico, a Tlaxcala, dall’organizzazione non governativa Via Campesina. Dal 1993 l’ONG promuove l’agricoltura familiare equa e sostenibile, coordina le organizzazioni contadine dei piccoli e medi produttori e si batte per difendere il diritto degli agricoltori alle sementi.

Sovranità alimentare, da Via Campesina alla Francia

In un articolo del 2003, Peter Rosset, il co-direttore di Food First, riporta la dichiarazione ufficiale di food sovereignty fatta da Via Campesina. “La sovranità alimentare – scrive l’organizzazione – è il diritto dei popoli a definire la propria alimentazione e agricoltura; a proteggere e regolare la produzione agricola nazionale e il commercio al fine di raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile; a determinare la misura in cui vogliono essere autosufficienti; a limitare il dumping dei prodotti nei loro mercati. La sovranità alimentare non nega il commercio, ma piuttosto promuove la formulazione di politiche e pratiche commerciali che servano il diritto dei popoli a una produzione sicura, sana ed ecologicamente sostenibile”.

Questa definizione è stata fatta propria anche dalla Dichiarazione di Nyéléni, la sintesi degli incontri avvenuti al Forum internazionale sulla sovranità alimentare che si è tenuto in Mali nel febbraio del 2007. In quel caso, la food sovereignty è “il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, e anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo”.

La scelta del governo Meloni di trasformare il Mipaaf nel Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare non è certo autoctona. In Francia è stato Emmanuel Macron il primo politico ad affidare al ministro Marc Fesneau il Ministère de l’Agriculture et de la souveraineté alimentaire. Non solo: nel governo francese Bruno Le Maire guida il Superministero dell’Economia, delle Finanze e della sovranità industriale e digitale.

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ultimo aggiornamento: 2 Novembre 2022 16:38

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