È una medicina naturale, in grado di curare depressione e depressione. Ecco come funziona questa pianta in ambito curativo.
Le piante di Tabernanthe Iboga del Gabon contengono l’ibogaina, un farmaco che aiuta a guarire traumi e dipendenze. Nel Paese africano si usa tale pianta psicoattiva – da tempo immemore – per evocare antenati e spiriti, ma anche per guardare nel proprio subconscio e nelle proprie vite passate.
Tabernanthe Iboga, pianta psicoattiva che cura dipendenze e depressione
La Tabernanthe iboga contiene un composto psicoattivo molto potente, che prende il nome di ibogaina. L’iboga è spesso consumata durante le cerimonie Bwiti, una tradizione praticata da molte comunità etniche in Gabon.
Le cerimonie spesso si svolgono di notte e sono caratterizzate rituali complicati, costumi elaborati e musica.
Come funziona la pianta africana
L’iboga crea uno stato di veglia – simile a uno stato onirico – in cui le persone possono incontrare i loro antenati o dare uno sguardo alle proprie esistenze passate.
Lee White, ministro dell’ambiente del Gabon, ha rilasciato un’autorizzazione che ha sancito l’esportazione legale della pianta, al di fuori dei confini nazionali, commercializzata nell’ambito del Protocollo di Nagoya, entrato in vigore nel 2014.
Il protocollo ha come obiettivo quello di prevenire lo sfruttamento culturale e naturale al fine di un uso etico di tale pianta, senza dare spazio a speculazioni.
Se tutto procederà secondo i piani, dunque, si metterà in piedi una vera e propria industria dell’iboga – basata sul commercio equo e solidale – costruita su principi di reciprocità e sostenibilità.
“Quando i tossicodipendenti si cureranno in Occidente, nel contempo sosterranno le comunità in Gabon“, afferma Yann Guignon, fondatore e co-direttore francese e gabonese di Blessings of the Forest, un’organizzazione no-profit impegnata nel sostegno del commercio sostenibile di tale pianta.
I poteri curativi dell’ibogaina
L’ibogaina è sempre più ricercata fuori dal Gabon per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico, soprattutto tra i veterani di guerra.
Se l’ibogaina previene le ricadute, “potrebbe rivelarsi davvero trasformativa per la medicina della dipendenza”, afferma Deborah Mash, professoressa emerita all’Università di Miami e CEO di DemeRx , una società che lavora per l’approvazione dell’ibogaina da parte della FDA negli Stati Uniti.
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ultimo aggiornamento: 25-12-2023