Il welfare aziendale può offrire diversi benefici e opportunità ai lavoratori dipendenti: per questo è importante conoscerne le potenzialità.

Il concetto di welfare aziendale si sta espandendo sempre di più e negli ultimi anni tanti sono stati i cambiamenti e le novità introdotte. Il principio di base però è unico: favorire il benessere del lavoratore dipendente sia nell’ambiente di lavoro stesso che nella vita fuori dall’ufficio. Non esiste però un unico tipo di welfare ma tutto dipende e varia da azienda ad azienda. In linea generale però è possibile considerare il welfare come l’insieme delle proposte, iniziative e attività di un’azienda a favore dei propri dipendenti.

Quali sono i tipi di welfare

I welfare possono essere di due tipi: economici o extra-economici. Del primo gruppo fanno parte, ad esempio, i rimborsi, gli sconti, gli incentivi e i voucher. Invece gli extra-economici comprendono, tra i tanti, i corsi di formazione. In generale ecco quali sono i tipi di welfare più comuni: rimborsi delle spese scolastiche sostenute per i figli; voucher per viaggi, corsi di aggiornamento o formazione; buoni spendibili in punti vendita convenzionati; abbonamento per attività sportive; voucher per centri termali; rimborsi o sconti per visite mediche; polizze assicurative. A questi si aggiungono poi quelli più comuni: i buoni pasto e i rimborsi per i trasporti.

Un capo concede un premio di produttività
Datore e dipendente

Come funziona il welfare e com’è cambiato nel 2022

Solitamente le iniziative che l’azienda mette a disposizione dei lavoratore vengono erogate tramite buoni o voucher. E’ il caso, ad esempio, dei viaggi, degli abbonamenti e degli sconti. Altre volte, invece, i benefit vengono inseriti direttamente in busta paga. Avviene, ad esempio, nel caso di spese scolastiche, asili nido, acquisto di libri scolastici, spese assistenziali per familiari malati o anziani, spese per l’acquisto di abbonamenti per i trasporti.

Negli ultimi anni le famiglie italiane si sono trovate a fronteggiare nuove difficoltà economiche pesanti. Con alcuni ultimi avvenimenti, ad esempio il Covid-19, diversi lavoratori (ma anche le aziende) si sono trovate in seria difficoltà. Tra problemi di natura fisica e mentale, e grande incertezza sul futuro, è ormai frequente un senso di malessere generale. Ecco perché oggi come mai il welfare aziendale è diventato un aiuto indispensabile per i lavoratori dipendenti. I lavoratori ormai considerano le aziende migliori anche in base a questi benefici. Diverse ricerche dimostrano quanto i dipendenti felici e appagati, grazie al welfare, lavorano meglio. Di conseguenza tali benefici ricadranno poi sull’azienda stessa.

I vantaggi del welfare aziendale dopo il COVID-19

Abbiamo già visto le conseguenze della pandemia da COVID-19, ma cosa possono fare le politiche di welfare aziendale 2022 per affrontare al meglio la nuova normalità? Occorre ricordare che i vantaggi sono a doppio senso: da un lato l’azienda può diminuire i costi economici del lavoratore e aumentare il suo potere di acquisto, beneficiando così di lavoratori più felici e produttivi.
Rispetto al periodo pre-pandemia è possibile offrire diverse forme di smart working, totale o parziale a seconda delle esigenze aziendali e delle necessità dei lavoratori che potrebbero preferire qualche giorno di lavoro nell’ambiente domestico, ma anche attività di svago, bonus per la mobilità o supporto psicologico.

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ultimo aggiornamento: 19-07-2022


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