In occasione del primo Balsamic Day del 25 marzo, il consigliere diplomatico del ministro della Cultura Sangiuliano ha deciso di sostenere ufficialmente la candidatura a nome dell’esecutivo.

La campagna di promozione lanciata qualche mese fa sta facendo effetto: il governo Meloni ha deciso di appoggiare la candidatura dell’aceto balsamico di Modena a Patrimonio Unesco. L’annuncio ufficiale arriva nel Balsamic Day, la prima edizione della giornata nazionale dedicata all’amato e celebrato condimento italiano e organizzata da Ivaci (l’Istituto per la valorizzazione di aceti e condimenti italiani) con i Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura.

Aceto balsamico di Modena Patrimonio Unesco?

Il Balsamic Day cade il 25 marzo e la data non è stata scelta a caso: il 25 marzo 1933 l’allora ministero dell’Agricoltura, Giacomo Acerbo, riconobbe per la prima volta l’impatto dell’industria dell’aceto balsamico di Modena sulla gastronomia e la cultura italiana. Oggi il balsamico modenese ha un giro d’affari da 200 milioni di euro.

Durante la celebrazioni del 25 marzo, il consigliere diplomatico del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Stefano Galli, ha confermato il sostegno del governo alla candidatura dell’aceto balsamico di Modena come patrimonio immateriale dell’umanità. “Siamo convinti che l’aceto balsamico di Modena, in primo luogo, ma anche gli altri condimenti che rappresentiamo – ha dichiarato Armando de Nigris, il segretario di Ivaci – abbiano ampi margini per crescere, e in particolare per veder crescere il proprio valore. E pensiamo che la strada da seguire sia quella della stretta connessione con la cultura”.

L'aceto balsamico di Modena su un cucchiaio
L’aceto balsamico di Modena si rilancia al Balsamic Day

Ivaci riunisce il Consorzio dei produttori delle antiche acetaie e 23 aziende che impiegano 400 lavoratori, producono oltre 80 milioni di bottiglie in 47 siti ed esportano in più di 130 Paesi. “I prodotti agroalimentari italiani di qualità per la loro storia, per le tradizioni e i territori di cui sono espressione – aggiunge De Nigris – vanno promossi e fruiti alla stregua dei beni culturali. Non solo semplicemente prodotti alimentari da consumare ma soprattutto vere e proprie esperienze da vivere, approfondendone la conoscenza con la storia delle persone, delle imprese e dei territori che li hanno prima ideati e poi prodotti”.

L’Istituto di valorizzazione – spiega la presidente Patrizia Marchi – ha il suo pivot nell’aceto balsamico in tutte le sue differenti declinazioni dall’Igp all’aceto balsamico tradizionale Dop di Modena e quello di Reggio Emilia. Ma ha nella propria mission anche la valorizzazione di altri condimenti italiani, dall’aceto di vino agli aceti di mele fino a una delle ultime novità in tema di condimenti: l’aceto di kiwi prodotto in provincia di Latina”.

Ivaci, contest per valorizzare l’aceto

Per incoraggiare la candidatura dell’aceto balsamico di Modena a Patrimonio Unesco, Ivaci ha lanciato anche due contest: uno gastronomico e uno artistico. Quello gastronomico dura un mese ed è aperto agli chef che vogliono cimentarsi in tre distinte categorie: piatti tradizionali, accostamenti inaspettati e piatti gourmet & drink.

Il contest artistico, invece, dura un anno e i concorrenti possono mettersi alla prova in disegno, fotografia e pittura con opere naturalmente dedicate al balsamico. I 12 vincitori delle diverse categorie avranno l’occasione di esporre i lavori alle acetaie che aderiscono all’Istituto.

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ultimo aggiornamento: 10-04-2024


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