I due comuni hanno unito le forze per candidare la loro storica eccellenza alimentare nel patrimonio immateriale legato alle tradizioni vive del passato.

Tra le specialità italiane più amate al mondo l’aceto balsamico occupa un posto di rilievo. È per questo motivo che i comuni di Modena e di Reggio Emilia hanno avviato la raccolta di firme per candidare il balsamico nel patrimonio culturale dell’Unesco. Le amministrazioni delle due città hanno organizzato diversi punti-firma in numerosi luoghi aggregativi come biblioteche, centri sociali, IAT e mercati contadini.

L’aceto balsamico nel patrimonio Unesco: la candidatura

L’aceto balsamico, già insignito dei marchi Dop e Igp, è un’eccellenza che riassume tutto il carattere dell’Emilia-Romagna. La raccolta di firme a sostegno della candidatura al Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco si chiama “La tradizione del balsamico tra socialità, arte del saper fare e cultura popolare dell’Emilia centrale”.

L’iniziativa è portata avanti da un apposito comitato, che include la Confraternita dell’aceto balsamico tradizionale di Reggio, l’Accademia aceto balsamico tradizionale Terre di Canossa, la Consorteria dell’aceto balsamico tradizionale di Spilamberto e l’Associazione Esperti degustatori aceto balsamico tradizionale di Modena.

L'aceto balsamico
La tradizione dell’aceto balsamico candidata a diventare patrimonio culturale dell’Unesco

Il patrimonio culturale dell’Unesco non è costituito soltanto da monumenti, luoghi e collezioni di oggetti, ma anche dalle tradizioni vive del passato. Alle espressioni orali, i linguaggi, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali, i riti e le feste, si aggiungono proprio l’artigianato tradizionale, i cibi e le specialità uniche del territorio.

Il movimento a supporto della proposta coinvolge istituzioni, soggetti pubblici e privati del settore agroalimentare, turistico e culturale del territorio. “La tradizione del balsamico vuol farsi sentire in maniera ancor più forte e chiara – spiega l’assessora reggiana a Commercio e Attività produttive Mariafrancesca Sidoli –. Vero tesoro della collettività, attraverso la candidatura al Patrimonio culturale immateriale Unesco, puntiamo alla valorizzazione a livello internazionale dell’aceto balsamico”.

Modena e Reggio Emilia insieme per il balsamico

Antonio Carpentieri, capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Modena e promotore di un Odg in materia, fa sapere che il riconoscimento a patrimonio immateriale Unesco rappresenta un’opportunità di slancio turistico ed economicoin grado di generare anche posti di lavoro di qualità, accrescendo quindi la competitività del territorio nel mercato globale”.

Il passo successivo è l’organizzazione di una rete di soggetti a supporto della proposta che coinvolga le acetaie comunali e private, le associazioni economiche di promozione delle due città, l’università, le scuole e i cittadini. “Si tratta di una testimonianza lasciata dalle precedenti generazioni – aggiunge la consigliera Ilaria Franchini – che occorre trasmettere, custodire e promuovere come un monumento”. Per aderire online e sostenere il progetto, è disponibile il sito ufficiale di Balsamicus.

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ultimo aggiornamento: 02-04-2023


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