In cosa consiste l’agroforestazione e come tale pratica può essere un toccasana per l’ambiente che ci circonda.

L’agroforestazione sta diventando sempre più comune poiché silvicoltori, agricoltori e proprietari terrieri iniziano a trarre benefici dai numerosi vantaggi che offre. Nello specifico, vediamo in cosa consiste tale pratica, le diverse tipologie esistenti e perché ha un effetto così positivo sull’ambiente.

Cos’è l’agroforestazione?

L’agroforestazione è attuata nel momento in cui alberi e arbusti condividono la stessa terra delle colture agricole e dei sistemi di allevamento. Esistono numerosi approcci all’agroforestazione e, se eseguiti correttamente, possono essere uno strumento positivo nella lotta contro il cambiamento climatico e svolgere un ruolo nella conservazione della biodiversità.

Agroforestazione
Agroforestazione

L’interesse per l’agroforestazione è aumentato, poiché sempre più persone lo concepiscono come un modo efficace per affrontare le sfide ambientali del nostro pianeta. Tale pratica, però, non è un fenomeno nuovo. Ha una lunga storia in tutto il mondo ed è stata utilizzata molto prima dell’approccio su larga scala all’agricoltura che vediamo oggi.

Le modalità per attuare tale pratica

Ci sono quattro criteri per mettere in atto l’agroforestazione: intenzionale, intensivo, interattivo e integrato.

  • Intenzionale: il modo in cui interagiscono gli alberi, gli animali e le piante di un pezzo di terra deve essere pianificato e coltivato come un ciclo o sistema completo;
  • Intensivo: il lavoro forestale deve essere svolto con un livello di alta intensità ottimizzato per la produttività.
    Interattivo: il sistema deve essere produttivo e apportare benefici anche all’ambiente, compresi gli ecosistemi locali e la biodiversità;
  • Integrato: gli alberi, le colture e gli animali della terra devono integrarsi per formare un tutto, in modo che i livelli di produzione e l’ecologia raggiungano il loro potenziale.

Diverse tipologie di agroforestazione

Non esiste un unico modo di attuare l’agroforestazione. Sono, infatti, utilizzati diversi metodi dai forestali e dagli agricoltori.

  • Alley Farming: luogo in cui le colture agricole vengono piantate tra i filari di alberi. È un metodo spesso utilizzato per produrre frutta, verdura, fiori e persino bioenergia;
  • Silvopastorizia: dove gli alberi sono appositamente piantati e distanziati nei pascoli dove transita il bestiame. Gli alberi producono frutta e noci, fornendo – allo stesso tempo – riparo, ombra e protezione agli animali;
  • Frangivento: è dove viene piantata una fila di alberi e arbusti per proteggere le colture, gli animali, gli edifici e il suolo dalle intemperie. È noto che i frangivento migliorano la produzione agricola, la conservazione dell’acqua e sostengono la vita animale e vegetale locale.
  • Fascia tampone ripariale: è un’area forestale naturale o piantumata che costeggia un fiume o un altro corso d’acqua. Alberi, arbusti e altre piante filtrano l’acqua, proteggono il terreno dall’erosione e impediscono la dispersione di sostanze nutritive o fertilizzanti nei corsi d’acqua. Gestite in modo efficace, le fasce tampone ripariali sostengono la biodiversità e forniscono una fonte di reddito;
  • Agricoltura forestale: rappresenta il luogo in cui vengono coltivate colture speciali sotto la volta della foresta, che le protegge dagli elementi. Quelle colture vengono trasformate in cibo ed erbe e forniscono una fonte di reddito derivata dalla vendita del legno degli alberi;
  • Giardinaggio forestale: tale modalità presenta piante di diverse età e dimensioni che vengono scelte per ricreare un ambiente forestale naturale. Includono alberi, arbusti e piante perenni per creare un ecosistema sostenibile, facile da gestire e in grado di far fronte ai cambiamenti climatici.

Perché il mondo ha bisogno dell’agroforestazione

Perché l’agroforestazione è importante? Dobbiamo iniziare osservando come la produzione alimentare è cambiata nel tempo. La popolazione mondiale è più che raddoppiata negli ultimi 50 anni, il che significa che abbiamo dovuto produrre più cibo a prezzi più convenienti. Perché ciò avvenga, vaste aree di terreno, comprese foreste precedentemente incontaminate, sono state riconvertite all’agricoltura.

Inevitabilmente, questo ha ridotto le foreste del mondo e altre aree naturali, ma ha anche portato a un maggiore uso di sostanze chimiche. Negli ultimi 50 anni abbiamo utilizzato una quantità di fertilizzanti cinque volte superiore, il che ha influito sulla ricchezza di nutrienti e ha portato all’inquinamento delle acque, alle emissioni di gas serra e alla riduzione della biodiversità.

L’agroforestazione fa bene all’ambiente perché può:

  • aumentare la biodiversità e la fauna selvatica;
  • catturare anidride carbonica;
  • ridurre l’erosione e migliorare la salute del suolo;
  • fornire protezione dal vento e ombra;
  • migliorare la qualità dell’acqua;
  • evitare che l’acqua si arricchisca eccessivamente di sostanze nutritive;
  • fornire una migliore protezione ai microclimi.

Forse, più di ogni altra cosa, i metodi agroforestali dimostrano che esiste un’alternativa ai metodi tradizionali.

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ultimo aggiornamento: 09-02-2023


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