Airbnb opta per una vera e propria rivoluzione aziendale: si punta sullo smart working nonostante la decelerazione della pandemia.

Incrementato durante l’esplosione della pandemia da Covid-19 lo smart working si sta espandendo sempre di più. Al punto tale che molte aziende, come Airbnb, nonostante il graduale ritorno alla ‘normalità’, hanno deciso di continuare ad adottare con i propri dipendenti la modalità di lavoro agile. Il Ceo dell’azienda, Brian Chesky, ha chiaramente detto quanto la modalità di lavoro in ufficio per lui sia ormai “pre-digitale”.

Le novità di Airbnb per il lavoro agile

Riferendosi alla modalità di lavoro classica Brian Chesky l’ha definita “over”, così come la rigidità del lavoro in ufficio che è stata definita “pre-digitale”. Secondo il Ceo di Airbnb l’ufficio è qualcosa che oggi non avrebbe senso inventare. Queste le sue parole: “Se l’ufficio non esistesse, mi chiedo, lo inventeremmo?”. Ecco dunque che Airbnb e smart working si fondono, pronti per una nuova era lavorativa. Concentrarsi sul lavoro da remoto è ormai l’unica alternativa perché, sempre secondo Brian, l’unico spazio di lavoro è “Internet”.

Smart working
Smart working

Oltre alle parole Airbnb è passata anche ai fatti. Brian Chesky ha infatti annunciato che i dipendenti potranno lavorare da qualsiasi luogo, anche dall’estero (per uno tempo massimo, però, di tre mesi). Inoltre è stata abolita la retribuzione basata sul luogo di lavoro, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti. “In Airbnb ci riuniremo una settimana al trimestre” ha inoltre aggiunto Brian.

Queste, infine, sono state le sue parole conclusive: “Se vuoi sapere come sarà il futuro del posto di lavoro guarda le aziende giovani. Perché le aziende giovani fondamentalmente non hanno alcuna eredità. Le giovani aziende sono flessibili, mobili, sono un po’ più nomadi. Penso che sarà così probabilmente il posto di lavoro del futuro tra 10 anni”.

I dati sullo smart working in Italia

Mentre il resto del mondo si muove sempre più verso la modalità di lavoro agile a che punto è l’Italia? Per quanto riguarda le aziende private è stata data una proroga per lo smart working e questo sembra un buon punto di partenza. Inoltre recentemente, al Festival Città Impresa di Vicenza, il ministro Andrea Orlando ha detto che lo smart working “apre a grandi opportunità per le imprese e i lavoratori” ma ha anche ribadito la necessità di alcune regole tra cui i tempi e il diritto alla disconnessione.

Secondo la ricerca dell’Osservatorio Smart Working 2020 di Polimi durante la pandemia il 97% delle grandi imprese ha adottato la modalità smart working. Nel dettaglio si parla del 94% delle PA italiane e del 58% delle PMI, per un totale di 6,58 milioni di lavoratori. A marzo 2021, invece, i lavoratori in smart working sono stati 5,37 milioni: 1,95 milioni nelle grandi imprese, 830 mila nelle PMI, 1,15 milioni nelle microimprese e 1,44 milioni nelle PA. Nel secondo trimestre i numeri hanno iniziato a diminuire.

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ultimo aggiornamento: 19-05-2022


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