Nello stabilimento Amazon di Rovigo, i dipendenti sono obbligati a parcheggiare in retromarcia: le motivazioni della multinazionale.
I dipendenti dello stabilimento di Castelguglielmo di Amazon, in provincia di Rovigo, devono parcheggiare obbligatoriamente a marcia indietro. Una regola ferrea che la multinazionale ha imposto sia allo stabilimento veneto che alle altri sedi presenti in altre parti del mondo. Il motivo è semplice: garantire la sicurezza dei lavoratori e dei pedoni all’interno dell’area di sosta aziendale.
Amazon obbliga i dipendenti a parcheggiare in retromarcia: la ragione
Parcheggiare in retromarcia per motivi di sicurezza. Questa la regola stabilita da Amazon per i dipendenti dello stabilimento di Rovigo, i quali sono obbligati ad osservarla, al fine di tutelare se stessi e gli altri da eventuali incidenti e distrazioni che possono verificarsi dopo una giornata di lavoro stancante e stressante.
La multinazionale spiega la sua decisione che, d’altronde, coinvolge tutte le sue sedi esistenti. Ecco quanto comunicato e riportato dal Corriere del Veneto: “In Amazon, la salute e la sicurezza dei lavoratori sono la nostra priorità. L’introduzione della norma di sicurezza relativa alla modalità di parcheggio in retromarcia ci permette di prevenire eventuali incidenti dovuti alla visibilità di eventuali ostacoli o pedoni di passaggio. La nostra cultura della sicurezza permea tutto ciò che facciamo in tutta l’azienda“.
Una regola presente anche altrove
La regola imposta da Amazon non ha creato molti dissensi, quantomeno non ufficiali: è – d’altronde – rispettata da tutti i dipendenti dello stabilimento di Castelguglielmo. L’azienda, però, non è l’unica ad applicare questa norma: basta ricordare anche Adriatic Lng che la applicava quando aveva la propria sede a Porto Viro.
Stesso discorso vale anche per la sede di Cargill a Castelmassa, in provincia di Rovigo, dove i dipendenti posizionano le proprie auto nel parcheggio in retromarcia.
Riproduzione riservata © 2024 - LEO
ultimo aggiornamento: 26-01-2022