Firmato un accordo storico all’ONU per salvaguardare le acque degli oceani. Un evento storico, al quale si è arrivati dopo quindici anni.

È stato un momento storico quello che si è svolto nella sede delle Nazioni Unite sabato 4 marzo, a New York. La commozione è intensa, il presidente della commissione scoppia in lacrime. Ci sono voluti 15 anni di discussioni e negoziati per raggiungere questo accordo su un testo per proteggere l’alto mare e, per una buona ragione, la posta in gioco è alta. Copre più della metà della superficie del pianeta e nasconde, nelle sue profondità, risorse immense che suscitano cupidigia.

Accordo ONU per proteggere gli oceani

Dopo quindici anni di trattative, gli Stati membri dell’ONU hanno finalizzato il primo trattato internazionale per la protezione dell’alto mare, un accordo cruciale, che regolerà la creazione di aree marine protette o la condivisione delle risorse genetiche marine.

Pesca, petrolio e gas minacciano questo santuario, rappresentato dagli oceani, che il testo siglato sabato dovrebbe proteggere, quantomeno in parte: “Ciò significa o aree completamente protette, dove non è consentita alcuna attività umana. Nessuna pesca, nessun trasporto marittimo, nessuna estrazione mineraria“.

Oceano
Oceani

E riserve altamente protette, con attività umane che possono svolgersi, ma che saranno sorvegliate e regolamentate“, spiega Hélène Bourges, responsabile delle campagne Oceans di Greenpeace France. Oltre la distanza di 370 chilometri dalla costa, si applicheranno alla zona economica esclusiva degli Stati, le regole dell’ONU. In tutto, il 30% degli oceani sarà protetto.

Creazione di aree marine protette

Iniziati in modo informale nel 2004 e diventati formali nel 2008, i negoziati sono stati eccezionalmente lunghi. “È un’impresa essere riusciti a concordare le regole per la gestione di uno spazio condiviso dalla comunità internazionale, nell’attuale contesto geopolitico”, sottolinea Julien Rochette, Ocean Specialist di IDDRI.

Secondo Romain Troublé, CEO della Tara Ocean Foundation, il testo finale è sfuggito di poco al voto, il che avrebbe reso la sua applicazione molto più complicata. “La versione finale del testo è ritenuta accettabile da quasi tutti i Paesi, ad eccezione di Russia, Turchia e Nicaragua, che hanno espresso riserve“, ha affermato.

Un mare cristallino
Un mare cristallino

Il contenuto preciso del testo finale non è stato ancora pubblicato e alcuni invitano alla prudenza. Sappiamo che dovrebbe concentrarsi, in particolare, sui metodi di creazione di aree marine protette e sull’avvio di studi in merito all’impatto delle attività umane, o anche sulla condivisione dei benefici legati alle risorse genetiche marine.

È, in particolare, su quest’ultimo punto che le trattative erano inciampate nell’ultima riunione, che si tenne nell’agosto 2022. Le discussioni, a tal riguardo, sono diventate ancora più tese nelle ultime settimane.

L’importanza degli oceani

L’oceano è essenziale per la vita sulla Terra: ospita una biodiversità cruciale, fornisce metà dell’ossigeno che respiriamo e limita il riscaldamento globale assorbendo Co2.

Tuttavia, appena l’1% dell’alto mare è oggi protetto e l’oceano, vittima dell’inquinamento, dell’acidificazione e della pesca eccessiva, è in grave pericol. Lo scorso dicembre, la COP 15 sulla biodiversità ha fissato l’obiettivo di proteggere il 30% delle terre emerse e dei mari entro il 2030.

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ultimo aggiornamento: 07-04-2023


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