A chi spetta il bonus dipendenti pubblici 2023 e a quanto ammonta l’aumento previsto dalla Legge di Bilancio.

La Legge di Bilancio 2023, in vigore dall’1 gennaio, prevede uno stanziamento di 1 miliardo di euro per il bonus dipendenti pubblici 2023. L’importo è pari circa all’1,5% della retribuzione spettante e coinvolge circa 3,2 miliardi di persone. Si tratta di dipendenti dello Stato o degli Enti territoriali che possono così far fronte al caro vita in attesa del rinnovo dei CCNL scaduti riferiti al triennio 2022-2024. Il bonus, che arriverà in busta paga, sarà una tantum e verrà corrisposto per 13 mensilità. Gli aumenti vanno da 30 euro ad un massimo di 135 euro.

A chi spetta il bonus dipendenti pubblici 2023

Si tratta di una retribuzione occasionale, definita emolumento accessorio una tantum, ovvero un compenso extra. L’aumento sarà proporzionale alla retribuzione, quindi tanto più alto è uno stipendio maggiore sarà l’aumento. Il bonus spetta ai lavoratori delle PA e in particolare: a tutte le Amministrazioni dello Stato; ad aziende e amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, Province, Comuni, Comunità montane, loro consorzi e associazioni; Enti del Servizio Sanitario Nazionale; istituzioni scolastiche e universitarie; Istituti autonomi case popolari (IACP); Camere di commercio, industria, artigianato, agricoltura e loro associazioni; Enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni e le loro aziende; Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN); Agenzie di cui al Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300.

La norma, inoltre, riguarda anche il personale statale in regime di diritto pubblico. Ovvero: magistrati, avvocati e procuratori dello Stato; personale militare, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; professori universitari; personale delle carriere diplomatica, prefettizia dirigenziale penitenziaria.

Assegno busta paga
Busta paga

Come funziona il bonus

Il bonus dipendenti pubblici previsto nella manovra di governo include solo i contributi ai fini del trattamento di quiescenza, dunque la pensione, e dell’Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP). Di conseguenza il bonus non è rilevante agli effetti dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostituiva di preavviso, del TFR, delle indennità per cessazione del rapporto di lavoro da corrispondere agli eredi che abitavano a carico del prestatore di lavoro in caso della sua morte. La misura nasce come bonus anti inflazione, ovvero come anticipo di quanto spetterebbe ai lavoratori della pubblica amministrazione per il rinnovo dei contratti collettivi del triennio 2022-2024.

Riproduzione riservata © 2024 - LEO

ultimo aggiornamento: 07-02-2023


Sanremo apre agli NFT: nasce la collaborazione con Onlymusix

Trapianti e donazioni di organi, il 2022 è stato un anno da record