Lo rivela un studio dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico: il passaggio a proteine microbiche avrebbe benefici sull’intero sistema agroalimentare.

La carne bovina fornisce preziose proteine a chi la consuma, ma l’allevamento e la produzione su larga scala hanno un impatto ambientale negativo, soprattutto in termini di deforestazione, emissioni di gas serra e utilizzo di acqua. L’alternativa alla carne è il passaggio ai cosiddetti “prodotti di imitazione”, come la carne a base vegetale, la carne “coltivata” e le proteine microbiche derivate da fermentazione.

I benefici dei burger fatti con proteine di fungo

È proprio la carne prodotta tramite fermentazione a partire da proteine di microbi come i funghi al centro di uno studio realizzato dai ricercatori tedeschi Florian Humpenöder, Benjamin Leon Bodirsky, Isabelle Weindl, Hermann Lotze-Campen, Tomas Linder e Alexander Popp dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico. Pubblicata sulla rivista Nature, la ricerca rivela che il “mushroom-burger” dimezzerebbe la deforestazione e le emissioni di CO2 associate agli allevamenti intensivi.

Gli scienziati hanno effettuato una simulazione al computer introducendo la variabile della carne fatta con proteine microbiche. Si ipotizza uno scenario fino al 2050 con crescita futura della popolazione, aumento nella domanda di cibo e cambiamenti nell’uso del suolo e nell’agricoltura e nei modelli alimentari. La sostituzione rivela dei sostanziali benefici ambientali e sull’intero sistema agroalimentare.

Un burger vegano con pane fresco con semi di lino e sesamo
Il burger fatto con proteine di fungo è salva-foreste

La PM (proteina microbica) è prodotta in bioreattori che utilizzano lo zucchero come materia prima. Insieme a quella di origine vegetale e a quella coltivata in laboratorio, la carne da proteine microbiche fermentate inciderebbe in maniera significativa sulla salvaguardia del pianeta. Secondo gli studiosi, la sostituzione del 20% del consumo pro-capite di carne con la proteina microbica a livello globale entro il 2050 compenserebbe i futuri aumenti della superficie di pascolo globale, riducendo la deforestazione annuale e le relative emissioni di CO2 all’incirca della metà, oltre a diminuire le emissioni di metano.

Inoltre, un ulteriore aumento del consumo di PM, nell’ipotesi di un’accettazione di questo cambiamento da parte dei consumatori, determinerebbe un “effetto di saturazione non lineare” sulla riduzione della deforestazione e delle relative emissioni di CO2. “La buona notizia – spiega Humpenöder – è che le persone non devono aver paura di non poter più mangiare carne in futuro: continueremo a consumare burger, soltanto che saranno prodotti in modo diverso”.

I burger fatti con proteine di fungo sono già in commercio

I veg burger da proteine microbiche ottenute tramite fermentazione si trovano già in commercio in diverse catene di supermercati, in particolare nel Regno Unito e in Svizzera. Nel 2002 la Food and Drug Administration (FDA), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha dato il via libera ad un sostituto microbico della carne.

Dal 2020 Lidl ha lanciato, anche in Italia, il Next Level Meat. È un burger 100% vegetale fatto con funghi champignon, proteine di piselli, proteine di frumento e soia, la cui produzione genera il 91% di emissioni in meno rispetto ad un normale hamburger, mentre il restante 9% viene compensato. Pure Burger King si è lanciata su questo fronte e ha introdotto il menù plant-based completamente vegetale.

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ultimo aggiornamento: 18-06-2022


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