Medici e infermieri italiani, che hanno sacrificato la vita per combattere il COVID-19, sono stati candidati al Nobel per la Pace 2021.
Grazie a una petizione della Fondazione Gorbachev di Piacenza gli operatori sanitari sono stati candidati al Nobel per la Pace 2021. La candidatura ha ricevuto il beneplacito del comitato del prestigioso premio, che ha sede nella città di Oslo. Finalmente il corpo sanitario italiano potrebbe ottenere un riconoscimento internazionale per gli immensi sforzi e sacrifici spesi nella lotta all’emergenza sanitaria COVID-19.
Perché gli operatori sanitari sono candidati al Nobel per la Pace 2021?
Nella definizione di ‘corpo sanitario italiano’ non rientrano soltanto medici e infermieri. Ci sono anche fisioterapisti, psicologi, farmacisti, tecnici, biologi, operatori militari e civili. Insomma, tutte quelle figure professionali che nell’ultimo anno e mezzo hanno dedicato la propria vita alla lotta al COVID-19.
La richiesta di candidatura trova la principale motivazione nel fatto che il personale sanitario italiano è stato il primo fra i Paesi occidentali a dover fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Tutt’ora questi professionisti continuano a lavorare nel pieno della crisi pandemica, sempre allo stremo delle proprie forze e possibilità. Non dimentichiamo che molti di loro hanno perso la vita: sono quasi 400 i medici e gli infermieri morti a causa del Coronavirus.
Per la prima volta nella storia il corpo sanitario di un Paese ottiene la candidatura al più prestigioso fra i premi Nobel, quello per la Pace. Inoltre, esso è l’unico assegnato in Norvegia nella città di Oslo (gli altri premi invece tutti in Svezia), per volere dello stesso fondatore Alfred Nobel.
Come è avvenuta la candidatura?
Promotrice della candidatura è stata la Fondazione Gorbachev di Piacenza, la cui principale attività dal 1998 è l’organizzazione dei Summit Mondiali dei Premi Nobel per la Pace.
La fondazione ha come suo Presidente onorario l’ex-presidente dell’Unione Sovietica Michail Gorbachev, egli stesso vincitore del Nobel per la pace 1990. Proprio Gorbachev, nel maggio 2020, ha dato vita alla la petizione che ha raccolto quasi 350mila adesioni a sostegno dell’iniziativa.
Tuttavia, a sottoscrivere ufficialmente la candidatura è stata Lisa Clark, rappresentante per l’Italia di ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), associazione anch’essa vincitrice del prestigioso riconoscimento nel 2017, grazie alle sue battaglie contro il disarmo nucleare.
Lisa Clark vive in Toscana, dove tutt’ora continua a svolgere volontariato sin dall’esordio dell’emergenza sanitaria. Clark contestualmente ha dichiarato, in merito al corpo sanitario italiano, che “la sua abnegazione è stata commovente. Qualcosa di simile a un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere. Il personale sanitario non ha più pensato a se stesso, ma a cosa poteva fare per gli altri”.
Riproduzione riservata © 2024 - LEO
ultimo aggiornamento: 24-03-2021