Una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Immunology dimostra che le forme gravi di Covid sono collegate ad una specifica immunoglobulina e al microrganismo dell’apparato digerente.

Le forme gravi di Covid fanno sviluppare un eccesso di microbiota intestinale, in particolare di candida, un’infezione molto fastidiosa soprattutto per le donne. Lo rivela uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Weill Cornell Medicine, l’unità per la ricerca biomedica della Cornell University di New York. L’analisi si è concentrata sulle variazioni dei microrganismi che popolano il nostro apparato digerente quando forniscono una risposta immunitaria eccessiva per proteggersi dal virus.

Covid e microbiota intestinale: la ricerca

La ricerca, intitolata Fungal microbiota sustains lasting immune activation of neutrophils and their progenitors in severe COVID-19, è stata pubblicata sulla rivista Nature Immunology. Alcuni ceppi batterici del microbiota intestinale svolgono funzioni benefiche per la salute, proteggendo l’intestino dalle infiammazioni e dall’insorgenza di tumori. Con l’arrivo del Covid, qualcosa è cambiato.

Alcuni studi precedenti avevano già suggerito una possibile correlazione tra i microrganismi intestinali e l’insorgenza del virus, ma la nuova ricerca della Cornell dimostra che l’alterazione del microbiota, in particolare l’aumento dei ceppi di Candida albicans, innesca un aumento dell’attività immunitaria. Quest’incremento può portare allo sviluppo di forme gravi di Covid.

Test per il COVID-19
C’è un nesso tra Covid grave e microbiota

I ricercatori hanno riscontrato livelli elevati di immunoglobuline IgG e IgM (il principale tipo di anticorpo presente nel sangue) nei pazienti con Covid che presentavano una crescita eccessiva di candida intestinale, disbiosi intestinale (uno stato di disequilibrio del microbiota) e una spiccata neutrofilia.

I risultati dello studio hanno anche constatato che i pazienti mantengono una risposta e una memoria immunitaria molto forti contro questi microrganismi, fino ad un anno dopo la negativizzazione. La conferma arriva dai modelli murini in cui i ricercatori hanno individuato il ruolo attivo della IL-6, una proteina immunitaria che se bloccata farmacologicamente attenua la memoria immunitaria.

Il ruolo-chiave dei funghi nel Covid

La ricerca della Cornell University suggerisce che l’alterazione dei miceti nell’intestino, come quella già dimostrata nei batteri, ha un ruolo fondamentale nelle malattie infiammatorie. I patobionti fungini possono infatti contribuire all’attivazione immunitaria durante le malattie infiammatorie, offrendo potenziali strategie terapeutiche immunitarie per la cura del Covid con sintomi prolungati.

La ricerca e i suoi sviluppi potrebbero fornire la possibilità di ridurre i rischi dell’infezione attraverso farmaci che modificano la composizione del microbioma o i cambiamenti immunologici dovuti all’eccessiva proliferazione di candida. Ma per arrivare a questa possibilità, serviranno altri studi e nuove ricerche.

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ultimo aggiornamento: 08-12-2023


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