Alla luce della guerra tra Russia e Ucraina, l’Europa si ritrova di fronte a un importante problema: trovare fonti alternative al gas russo.

I leader europei si ritrovano di fronte a un’importante questione dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina: trovare alternative al gas russo. Il cancelliere tedesco – Olaf Scholz – ha promesso un nuovo sostegno per i terminali di gas naturale liquefatto, pochi giorni dopo aver accantonato il gasdotto Nord Stream 2 da 11 miliardi di dollari per portare forniture russe in Europa. L’Italia ha affermato che potrebbe riaprire alcune centrali a carbone chiuse, valutando anche l’importazione di più GNL dagli Stati Uniti e gas dall’Azerbaigian, dall’Algeria, dalla Tunisia e dalla Libia tramite gasdotti esistenti.

La Russia taglierà la fornitura di gas in risposta alle sanzioni?

Con il timore che la Russia sospenda le forniture di gas all’Europa, Bruxelles è alla ricerca di alternative al gas russo per far fronte alla richiesta di questo bene indispensabile . “La Russia è sempre stata un fornitore affidabile di gas naturale per la Germania, anche al culmine della Guerra Fredda“, afferma il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner.

Tuttavia, avverte che “Durante la Guerra Fredda, nonostante tutti gli eventi e le tensioni politiche, la cooperazione nel settore energetico non è stata danneggiata. Le cose potrebbero essere diverse ora“, ha ammesso in un’intervista al Financial Times.

Gasdotto
Gasdotto

Per questi motivi, l’Europa sta cominciando a guardare ad altri paesi esportatori di gas, ma anche a pensare a un periodo di controllo dei consumi energetici. La Norvegia pare sia una possibile alternativa. Il paese nordico ha annunciato – a gennaio – di aspettarsi un aumento del 9% della produzione di petrolio e gas entro il 2024.

Inoltre, secondo i dati della Direzione del petrolio raccolto da EFE, l’anno scorso la Norvegia ha prodotto 102 milioni di metri cubi di petrolio e 113 miliardi di metri cubi di gas, che corrisponde a quasi 4 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno. A questo proposito, il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Støre, ha assicurato alla CNN che il suo Paese “invia gas naturale alla massima capacità e non può sostituire le forniture russe“.

Le alternative al gas russo: possibili soluzioni

Ci sono delle alternative al gas russo? È questa la domanda più pressante degli ultimi giorni, dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. Si possono vagliare diverse opzioni: tra queste, c’è la biomassa: questo tipo di energia può assumere diverse forme: dalla combustione del legno alla combustione dei rifiuti, come fanno molti paesi.

Con la biomassa sotto forma di legna da ardere, il calore generato è spesso equivalente a quello di un sistema di riscaldamento centralizzato e i costi tendono ad essere inferiori rispetto a una famiglia o un edificio che utilizza combustibili fossili. Non è, tuttavia, una fonte di energia verde, anche se tecnicamente rinnovabile.

Possiamo, inoltre, citare i biocarburanti che sono – in qualche modo – simili alla biomassa, anche se utilizzano materia biologica (animale e vegetale) per creare energia. Il biocarburante è rinnovabile quando si utilizzano le piante perché queste possono sempre essere coltivate. Tuttavia, richiedono macchinari dedicati per l’estrazione, che possono contribuire indirettamente all’aumento delle emissioni anche se i biocarburanti stessi non lo fanno.

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ultimo aggiornamento: 04-03-2022


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