Cerniera tra le varie modalità di trasporto, gli interporti sono fondamentali per l’economia di un Paese: ecco quanti sono attivi in Italia.

L’interporto è un hub logistico strategico essenziale per intercettare le linee di traffico merci e commerciali, specie quelle che passano per le autostrade del mare. L’Italia conta numerosi interporti, da quelli di Rovigo, Novara, Padova, Venezia, Portogruaro e Mortara al Nord fino ai poli di Pescara, Nola, Maddaloni, Bari e Catania al Sud. Ma che cos’è di preciso un interporto e perché queste infrastrutture svolgono un ruolo così cruciale?

Che cosa si intende con interporto?

L’interporto è una struttura dove convergono le merci da tutto il mondo, per lo più all’interno di container, casse mobili e semirimorchi. Gli interporti fanno da snodo e cerniera per passare da una modalità di trasporto all’altra: via mare, ferrovie e camion, dal trasporto pesante a quello leggero. È per questo motivo che negli interporti si trovano nodi di scambio attrezzati non solo con servizi di carico e scarico, ma anche di spedizione, assistenza, consulenza e marketing, uffici e magazzini doganali.

Una definizione precisa la fornisce la Legge n. 240 del 4 agosto 1990 sulla realizzazione di interporti finalizzati al trasporto merci e in favore dell’intermodalità. Il legislatore intende per interporto “un complesso organico di strutture e servizi integrati e finalizzati allo scambio di merci tra le diverse modalità di trasporto, comunque comprendente uno scalo ferroviario idoneo a formare o ricevere treni completi e in collegamento con porti, aeroporti e viabilità di grande comunicazione”.

container
I container in un interporto

Posizionati di solito nelle periferie delle grandi città, gli interporti utilizzano i treni sulle lunghe distanze e i camion per gli ultimi 50-100 chilometri di trasporto. Per risparmiare sull’energia consumata e quindi sulle emissioni di CO2, l’intermodalità è sempre più al centro della logistica sostenibile per massimizzare il raggruppamento di diverse realtà in una unica entità.

Gli interporti permettono di liberare le città dai mezzi pesanti che viaggiano su gomma, facendo in modo che le merci vengano smistate nei centri logistici, spostate su mezzi ecosostenibili di dimensioni inferiori e consegnate nei centri urbani. Solitamente i container caricati sulle navi vengono scaricati e passano sui treni; arrivati ai centri intermodali sono prelevati dalle gru a portale e caricati sui camion che consegnano le merci. In tema di sostenibilità, le innovazione di gestione hanno reso le gru elettriche, automatizzato i gate di ingresso e uscita dei camion e trasformato gli impianti con alimentazione fotovoltaica.

Quali sono gli interporti in Italia?

In Italia sono attivi 24 interporti, distribuiti lungo tutto il territorio nazionale. La maggior parte sono al Nord, mentre al Sud se ne contano soltanto quattro. I luoghi in cui sorgono sono le grandi direttrici di traffico tra il Nord e il Sud Europa e i punti nodali di confine, in particolare verso l’Est dell’Europa.

  • Bari
  • Bentivoglio (Bologna)
  • Catania
  • Cervignano del Friuli (Udine)
  • Jesi (Ancona)
  • Livorno
  • Maddaloni (Caserta)
  • Mortara (Pavia)
  • Nola (Napoli)
  • Novara
  • Orbassano (Torino)
  • Orte (Viterbo)
  • Padova
  • Parma
  • Pescara
  • Portogruaro (Venezia)
  • Prato
  • Rivalta-Tortona (Alessandria)
  • Rovigo
  • Trento
  • Trieste
  • Vado Ligure (Savona)
  • Venezia
  • Verona

L’interporto più grande d’Italia ed il secondo a livello europeo dopo Brema è quello di Verona. All’incrocio delle autostrade del Brennero e della Serenissima e delle linee ferroviarie del Brennero e Milano-Venezia, il Quadrante Europa si trova su un’area di 240.000 mq con 15 binari di scarico e ricarico. La capacità massima del terminale è di 550.000 unità all’anno. A gestire il Quadrante Europa è il Consorzio ZAI.

La Società Interporti Sicilia ha lanciato un cantiere per l’apertura del 25esimo interporto italiano nell’area industriale di Termini Imerese, in particolare nel golfo tra Cefalù e Capo Mongerbino. Il tavolo tecnico coinvolge RFI (Rete Ferroviaria Italiana), l’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia Occidentale, il dipartimento Infrastrutture e il Dipartimento regionale tecnico e il Comitato polo infrastrutture. “Il progetto complessivo – ha dichiarato Alessandro Aricò, assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità – sarà oggetto di confronto con il presidente della Regione per individuare percorsi condivisi in tempi rapidi”.

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ultimo aggiornamento: 04-09-2023


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