Se nei precedenti periodi di inflazione questo metallo rappresentava un rifugio sicuro, adesso il crollo del prezzo dell’oro cambia tutto.
Nei periodi d’inflazione l’oro ha sempre rappresentato un investimento perfetto eppure questa volta le cose stanno andando diversamente. Da marzo infatti c’è stato un crollo del prezzo dell’oro del 20%. Il motivo? L’aumento dei tassi di interesse della Fed, che ha fatto salire il valore del dollaro USA rendendo più conveniente, dunque, investire nelle obbligazioni statunitensi. Si tratta di un cambiamento storico importante che alimenta un clima di incertezza dovuto a diversi fattori.
Perché il prezzo dell’oro è diminuito?
Questo dovrebbe essere il momento perfetto per investire e possedere dell’oro visto che solitamente quest’ultimo sale di valore quando aumenta l’inflazione. Eppure le cose stanno andando in maniera opposta e addirittura da marzo c’è stato una diminuzione del prezzo di questo bene del 20%. Ad incidere, oltre all’aumento del valore del dollaro USA, come spiega la Cnn, ci sono anche altri fattori.
Ad esempio il rialzo dei tassi di interesse della Fed nel tentativo di abbassare l’inflazione, che resta molto alta, a causa dell’aumento dei prezzi di cibo ed energia causati dalla guerra in Ucraina. Nonostante questo dovrebbe essere l’ambiente ideale per l’oro ma quest’ultimo non sta traendo nessun vantaggio dalla situazione geopolitica e, di conseguenza, anche gli investitori vivono un momento di incertezza.
Dagli anni ’70 ad oggi: com’è cambiato il valore dell’oro
Il gestore degli investimenti di Aegon, Robert-Jan van der Mark, ha spiegato che a livello globale più del 50% della domanda dell’oro viene da Cina e India. Ma l’apprezzamento del dollaro sta comportando un cambio di rotta. Van der Mark ricorda poi gli anni ’70, attraversati dall’inflazione, durante i quali inizialmente l’oro sottoperformò, e solo quando il dollaro ha iniziato a deprezzarsi il prezzo dell’oro è aumentato. Non bisogna poi dimenticare che anche in seguito l’oro ha agito come porto sicuro: vale per la crisi finanziaria del 2008 e anche per il luglio 2011 quando l’euro sembrava sul punto di collassare. Questa volta però tutto è diverso.
L’ultimo aumento di tre quarti di punto percentuale, verificatosi negli ultimi giorni, ha portato ad una crescita del 16% del valore del dollaro USA che ovviamente ha avuto un impatto sul mercato. Infatti una valuta più forte comporta un acquisto più costoso per gli investitori stranieri e può portare ad una riduzione della domanda e ad una spinta dei prezzi al ribasso.
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ultimo aggiornamento: 06-10-2022