Comincia il progetto di digitalizzazione dell’area: il Parco Archeologico dell’Appia Antica avrà un “gemello digitale vivo”, realizzato dal Politecnico di Milano.
Ha preso il via la digitalizzazione del Parco Archeologico dell’Appia Antica, autentico gioiello del patrimonio storico e artistico italiano. PAAA, l’istituto autonomo del Ministero della Cultura che si occupa della cura e della tutela del Parco, e il Politecnico di Milano stanno sviluppando una mappa super-tech in 4D che restituirà in tutto e per tutto la bellezza dell’area. L’obiettivo del progetto è generare un “Atlante geografico moderno” definito “living digital twin 4D“, ovvero un gemello digitale vivo e a quattro dimensioni.
Parco Archeologico Appia Antica, al via la digitalizzazione
Il lavoro di digitalizzazione è svolto dal laboratorio interdisciplinare di rilievo e rappresentazione GIcarus-AbcLab (Hbim-Gis-Sdi-Xr) del Politecnico di Milano. Sono usati laser scanner terrestri (TLS) e portatili (MMS – Mobile Mapping System), fotogrammetria terrestre e aerea, droni, camere sferiche e sensori multispettrali. Il risultato finale sarà disponibile per curatori, esperti e comuni visitatori. Il progetto è stato annunciato a ridosso della candidatura del Parco Archeologico dell’Appia Antica a patrimonio mondiale UNESCO.
Come spiega il direttore Simone Quilici, l’Appia Antica è “un territorio di straordinario interesse che rappresenta l’area urbana tutelata più estesa d’Europa, con 4.500 ettari di paesaggio con aree archeologiche che si susseguono, costeggiano gli oltre 16 km della Via Appia Antica Regina Viarum, un vero museo all’aperto”. La digitalizzazione è partita dall’iniziativa dell’archeologo Stefano Roascio, responsabile dei complessi Cecilia Metella e Acquedotto Claudio.
“In meno di un anno – rivela Roascio – sono stati digitalizzati i primi complessi e infrastrutture romane: l’Acquedotto imperiale Claudio-Anio Novus (segmento in Tor Fiscale), un tratto di 11.7 km della via Appia Antica (da Capo di Bove a Frattocchie), la Tomba di Cecilia Metella, la Villa imperiale dei Quintili, oltre ad alcune sculture museali per la ricollocazione virtuale”.
L’Atlante in 4D include oltre 200.000 immagini e 20 Tera di dati e modelli. Da questo archivio enorme saranno estratte le informazioni “correlate ai modelli tridimensionali generati su tutti i complessi rilevati e georiferite nello spazio geografico del Parco”.
Il gemello digitale Scan-to-HBIM si estenderà nel passato e nel futuro a n-dimensioni e sarà utilizzabile tanto per la divulgazione dei contenuti quando per la fruizione interattiva ed immersiva da remoto. Il modello – annuncia Raffaella Brumana di GIcarus-AbcLab – è “implementabile, aggiornabile e interrogabile, consente correlazioni sincroniche e diacroniche, aggiunge conoscenza via via che cresce”.
Parco Archeologico Appia Antica, come funziona il gemello digitale
Quello del Parco Archeologico dell’Appia Antica – fa sapere Fabrizio Banfi di GIcarus-AbcLab – è “un modello informativo HBIM (Heritage Building Information Modelling) che si adatta alla complessità attraverso una modellazione matematica a ‘oggetti’ per singoli componenti orientati ad ambienti interattivi di ultima generazione XR (eXtended Reality) dove la forma diventa conoscenza”.
Il living digital twin 4D sarà “correlato via via a informazioni storiche, ai materiali, come ai sensori di monitoraggio, per il controllo nel tempo, di dissesto e degrado, per analisi strutturali (BIM-to-FEA): associato al GIS (Geographic Information System), la piattaforma HBIM consente di comparare le tecniche costruttive succedutesi nei secoli”. Nonostante sia partita in ritardo, la digitalizzazione dell’Appia Antica potrà davvero indicare la strada per il futuro.
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ultimo aggiornamento: 27 Giugno 2022 14:59