Lo rivela uno studio dall’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica: il nostro Paese è al vertice nella ricerca europea contro il cancro, ma deve sburocratizzarsi.
Importanti progressi per i pazienti oncologici in Italia: nel nostro Paese chi si ammala di tumore vive in media più che nel resto dell’Europa. Lo rivela uno studio dell’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, presentato in occasione della terza edizione del Clinical Research Course di Roma. I decessi per cancro sono diminuiti del 15% rispetto al calo del 12% nell’Unione europea.
Pazienti oncologici in Italia vivono più che in UE
Lo studio ha coperto i dati del decennio che va dal 2011 al 2021. In totale la mortalità complessiva conta 268mila persone italiane scomparse per tumori fra il 2007 e il 2019. Segno di un dato significativo: l’Italia è al vertice della ricerca europea contro il cancro e nella Top 5 mondiale della classifica degli studi oncologici. Quello che resta da migliorare è la velocizzazione dei tempi di avvio dei trial e l’eliminazione degli ostacoli burocratici.
“I lavori scientifici italiani in ambito oncologico pubblicati su riviste mediche internazionali sono oggetto di migliaia di citazioni da parte di altri autori e pongono il nostro Paese tra i primi cinque al mondo in questa speciale classifica – dichiara Francesco Perrone, il presidente nazionale dell’Aiom –. L’oncologia italiana, se adeguatamente supportata dalle istituzioni, può affermarsi come un motore di sviluppo in ambito non solo scientifico, ma anche economico e sociale”.

In Italia l’oncologia è l’area in cui si concentra il maggior numero di sperimentazioni: nel 2023 hanno raggiunto il 34,7% del totale, in calo del 5,2% rispetto al 2022. Rimane il problema di un’eccellenza rallentata dall’iter di approvazione, più lungo e difficoltoso rispetto alla media europea soprattutto a causa delle procedure amministrative che comportano mesi di attesa. Una lentezza che mette a rischio l’intero settore.
“Le possibili cause della riduzione del numero di studi clinici condotti in Italia vanno trovate, ad esempio, nella carenza di figure professionali dedicate, nei ritardi nell’approvazione da parte dei comitati etici e nella firma del contratto a livello delle direzioni aziendali e nella lentezza nell’arruolamento dei pazienti – afferma Massimo Di Maio, il presidente eletto dell’Aiom –. Negli ultimi anni le sperimentazioni cliniche hanno effettuato una vera e propria migrazione verso Paesi a più alta attrattività, che sono riusciti ad investire sempre di più in ricerca e sviluppo”.
Tumore tra i giovani: importante la prevenzione
Se la mortalità oncologica sta progressivamente diminuendo, preoccupa l’aumento delle diagnosi di cancro tra i giovani adulti. Saverio Cinieri, il presidente di Fondazione Aiom, spiega che nella pratica clinica si osservano sempre più casi di cancro nei giovani. “I dati devono essere ancora definiti, ma la tendenza è chiara anche in Italia – sottolinea Cinieri –. Le cause vanno ricercate in fattori di rischio che sono purtroppo molto comuni: sedentarietà, dieta scorretta, sovrappeso, obesità, fumo e consumo di alcol. Altre ragioni restano da capire. Per esempio, sono in corso ricerche su alcuni fattori inquinanti, anche ambientali, e sugli additivi alimentari”.
È per questo motivo che le associazioni come l’Aiom e l’Airc promuovono uno stile di vita sano per prevenire il tumore. Ormai numerosi studi dimostrano che prediligere abitudini e comportamenti salutari è una strategia che paga nella prevenzione: per l’Aiom addirittura nel 40% dei casi di cancro. Le raccomandazioni da seguire sono le solite: attività fisica, alimentazione sana, limitazione del consumo di cibi lavorati e ricchi di grassi, amidi e zuccheri, diagnosi precoce, niente eccessi con fumo e alcol.
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ultimo aggiornamento: 18 Marzo 2025 15:20