A che punto siamo con le decisioni del Governo in merito alla pensione anticipata 2023? Facciamo un punto della situazione.

Da tempo, ormai, si parla della pensione anticipata 2023. Il Governo Meloni si è già riunito per parlare delle manovre di flessibilità che dovrebbero andare ad abolire la legge Fornero, ma non si è ancora arrivati ad una decisione per il biennio 2023/2024. Vediamo a che punto siamo e quali sono, ad oggi, le strade da percorrere per andare in pensione.

Pensione anticipata 2023: a che punto siamo?

Entro il mese di aprile 2023, il Governo Meloni si dovrebbe riunire in consiglio per discutere della pensione anticipata. L’idea iniziale, a patto che venga rispettata, è quella di superare la legge Fornero e consentire ad una vasta platea di lavoratori di andare in pensione prima dei 67 anni. Al momento, infatti, la normativa vigente prevede che una persona possa essere considerata in età pensionabile soltanto dopo i 67 anni.

Attualmente, la riforma delle pensioni sembra essere ferma. Ci sono già stati due incontri e i sindacati sono in attesa della terza riunione, quella che dovrebbe essere decisiva per il biennio 2023/2024, nel corso della quale si discuteranno le misure di flessibilità. Non c’è una data per l’incontro, ma si spera che possa avvenire entro aprile. E’ in questo mese, infatti, che verrà presentato alle Camere il Documento di economia e finanza (Def), contenente le previsioni di spesa per il 2024.

Pensione

Pensione anticipata: come si può richiedere?

Ad oggi, i lavoratori che vogliono andare in pensione anticipata, ovvero senza aspettare i 67 anni imposti dalla legge Fornero, possono comunque percorrere alcune strade che potremmo definire ‘alternative’. Di seguito, le possibilità attualmente in vigore:

  • pensione anticipata ordinaria: a prescindere dall’età, si devono avere 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini (2.227 settimane) e 41 anni e 10 mesi per le donne (2.175 settimane);
  • quota 103 (ex quota 102): iscritti alla gestione Inps con con 62 anni d’età e 41 anni di anzianità contributiva;
  • ape sociale: rivolta a disoccupati, disabili (almeno al 74%), caregiver, addetti a mansioni gravose con 63 anni di età e tra i 30 e i 36 anni di contributi;
  • attività usuranti: l’età va dai 61 anni e 7 mesi a 64 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi versati;
  • opzione donna: per caregiver, invalide al 74%, licenziate o dipendenti di aziende in crisi (con 58 anni di età) con 60 anni di età e 35 anni di contributi;
  • lavoratori precoci: qualsiasi età, 41 anni di contributi versati (almeno uno versato prima di compiere 19 anni di età). Quattro i requisiti fondamentali: stato di disoccupazione per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, assistere e convivere con un coniuge o un parente con handicap, riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%, o attività usuranti o gravose;
  • isopensione: lavoratori di grandi aziende che hanno personale in eccedenza e hanno al massimo 7 anni di lavoro prima della pensione.

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ultimo aggiornamento: 15-03-2023


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